And here in our hollow we fuse like a family,
but I will not mourn for you
So take up your makeup
and pocket your pills away
we're kings among runaways
on the bus mall
we're down
on the bus mall
Non so perchè ma alla fine dell'estate 2007 mi ritrovo ad ascoltare i Decemberists, così come in fondo era accaduto anche all'estate precedente e forse anche a quella prima.
Gente che ha un gruppo il cui nome ci azzecca con la fine di agosto così come la nutella con l'insalata. Eppure l'evidenza incombe, i fatti parlano chiaro, cantano forte nelle mie orecchie e le dita picchiano sulla casella -search- del mulo senza esitazioni.
Scusate ma quest'estate non ho trovato musica "nuova" per le mie orecchie.
Ho ascoltato sì qualcosa ma con timpani distratti e insoddisfatti. Sarà che a me d'estate piacciono le canzoni allegre ma non troppo.
Cioè a giugno e luglio posso ancora ascoltare canzonette spensierate.
Quando ho disfatto la valigia nel mio piccolo bungalow radioattivo lo ammetto, stavo fischiettando Gino e l'Alfetta.
Però poi sono stata zitta quasi tutto luglio, mi ero fatta una compilation sul lettore mp3 che ha perso lo sportellino delle pile ed è così brutto, quasi come le canzoni che ci avevo messo dentro.
Ho provato coi fratelli. Mi piaceva tanto Whistle For The Choir.
Forse mi piace ancora ma non ho ancora deciso. Ho ascoltato Paolo Nutini.
Cazzo è commerciaaleee! Sì va bene, mica dico di no.
Anzi confesso. L'ho scaricato perchè la mia amica scozzese mi aveva assicurato essere un tipo che non se la tira per niente, uno che va a fare la spesa ed esce con gli amici di sempre e mica si caga il mercato discografico europeo. Poi ho scoperto che a Glasgow sono tutti famosi, è come stare nel Truman Show, il segreto è tutto lì.
Mi è piaciuta New Shoes. L'ho cantata per qualche tempo quando indossavo le birkenstock nuove da suora laica. Poi boh, basta. Caduta nel dimenticatoio.
Ho pure cercato di riascoltare gli Smashing di Mellon Collie.
Non ci sono riuscita, nemmeno per una canzone, ho avuto paura di rovinare il ricordo, di rompere l'incanto, di mandare il sogno in frantumi.
Così l'estate è passata senza una colonna sonora, una canzone da riascoltare anni dopo e pensare -ah cacchio, l'estate 2007!-.
La verità nuda e cruda è che non ci sono state canzoni con la "C" maiuscola.
E che guarderò arrivare l'autunno sulle note di Her Majesty, Castaways and Cutouts, Picaresque e magari anche The Crane Wife.
Quindi se anche voi negli ultimi mesi siete rimasti a bocca asciutta dateci un ascolto.
Perchè certi pezzi, anche se con l'estate alle spalle non c'entrano niente, sono di una bellezza impressionante.
mercoledì, agosto 22, 2007
Post a links
venerdì, luglio 13, 2007
Una risata ti salverà la vita
In quel marasma che è youtube uno trova anche queste cose:
lunedì, aprile 30, 2007
1°maggiofestadeilavoratori (evvai ci sono pure io!)
Domani primo maggio festa dei lavoratori, e nonostante la mia laurea in filosofia potrò festeggiarla anch'io insieme al grande popolo dei precari di tutto il mondo.
Il menù della giornata proporrà quello è il leit-motiv di quasi tutti i miei dì di festa:
grigliata (in alternativa abbondante pranzo), un po' di chiacchiera libera (facilitata da qualche pessima bottiglia da un euro e 25 cents), cane che vuole giocare con il fresbee, affetti e affettati, sensazione di pancia ingombra di cibo, sensazione di non volere più fare niente che non sia sonnecchiare, caffè, altro caffè, ennesimo caffè e ritorno a casa.
Perchè giovedì, festa dei lavoratori non è più e si ritorna nella brulicante scuola media di Smallville, con i gremlins eccitati dalle vacanze e dai pollini e uno sguardo al calendario che diventa più sottile di giorno in giorno. Quasi estate. Quasi disoccupata un'altra volta.
sabato, aprile 14, 2007
Make a plan to love me
Presto prometto che tornerò a parlare di scuola.
Perchè è divertente (parlarne).
Per il momento sono ancora in piena fase emo-primaverile.
Nello specifico ascolto da tre giorni suppergiù Cassadaga, l'ultimo album di Occhi Luminosi.
L' Occhi Luminosi è un ragazzino altezzoso e frangiuto balzato agli onori della cronaca musicale con le sue melodie da adolescente in garage e le sue storie di amori impossibili e molteplici sfighe.
In molti odiano l'Occhi Luminosi per la sua strafottenza e quella certa attitudine a fare sempre lo splendido (come si dice tra i giovani adolescenti in garage).
Lui è quello che scriveva una canzone al giorno su qualunque cosa gli capitasse, una sbronza, una sensazione, un clamoroso due di picche, un'amicizia finita così così.In molti trovano tutte queste cose stucchevoli e artefatte, quindi fondamentalmente poco sincere.E in un certo senso lo odio anch'io.
Odio non riuscire a sottrarmi al solito rituale di ascolto dei suoi album: lo ascolto-non mi convince, lo ascolto-mi ricorda qualcosa, lo ascolto-lo trovo splendido e basta, senza se e senza ma.Forse il punto è proprio questo.
Ci deve essere un piano ben architettato dall'Occhi Luminosi per fare innamorare le persone dei suoi dischi e delle sue canzoni. Ci deve essere un ingrediente segreto, una parola o un accordo che mi cattura la testa, il cuore e mi trasporta in quel momento là, a guardare un episodio della mia vita come fosse un telefilm e provare tenerezza.
Cassadaga è un disco bellissimo.
Pretenzioso, dylaniano, folk, emo, tutto quello che volete.
L'Occhi Luminosi ha detto in un'intervista che dimenticarsi qualcosa dietro le spalle è molto più importante e fondamentale di tutte le cose con cui cerchiamo di occuparci la vita, cioè ha scoperto l'acqua calda. Ma il punto è proprio questo. L'Occhi Luminosi l'ha fatto con stile.
Quindi chapeau, procuratevi Cassadaga, ascoltatelo e lasciatevi convincere.
lunedì, febbraio 12, 2007
Assiomi (?)
Ok Computer è stato e sempre sarà un album dalla bellezza disarmante.
Disarmante.
Se prima di metterti in ascolto avevi qualche arma di difesa contro un certo genere di considerazioni e pensieri, Ok Computer la polverizzerà dopo pochi istanti.
Ti apre gli occhi sul meraviglioso mondo di reazioni chimiche e connessioni magiche tra un evento insignificante e uno significante.
Discorsi che si avverano negli anni e quel generale senso di turbinio intorno al cranio, la sensazione di essere aperti di soli sessanta gradi su una realtà troppo ampia, che ne fa almeno 360. Devo fare benzina. Domani. Adesso su Let Down proprio non mi è possibile.
Naturalmente No Surprises la salto. La skippo con un rapido movimento di indice destro su lato del volante. Sarebbe da pazzi ascoltarla ora. Ho quattro ore di bambini da affrontare. Bambini che scrivono "riproduzione itica" invece di "produzione ittica" e mi chiedono "chi è stato il primo uomo a rubare?".
Sarò un po' in down? Eh.eh. Coff. Coff. Uhm.
Credo di sì. E anche se faccio di tutto per uscirne, finisce che poi scelgo consapevolmente di ascoltare Ok Computer che è sì un album dalla bellezza disarmante ma è anche una specie di bomba malinconica che ti esplode addosso.
Di certo non è qualcosa che ti lascia un sorriso stampato sulla faccia. Semmai storto. Semmai.
Rivoglio indietro i miei cinque anni.
Avevo le pantofole blu con l'elastico dietro. Correvo dappertutto.
Me ne fregavo di quello che sarebbe successo e quello forse era il migliore dei modi possibili di avere quell'età.
Adesso semplicemente avrei bisogno che qualcuno mi spiegasse come si fa.
Ad avere anni ventitrè e poi a marzo ad avere anni ventiquattro.
A leggere su un compito di grammatica che le facce bimbe che ti stanno di fronte sono nate nel 1994. E pensare che in fondo, è tutta colpa di Max Pezzali.
Che se Ok Computer è stato e sempre sarà l'album dalla bellezza disarmante che più ti corrisponde, la generazione di Max Pezzali avrà sicuramente qualche grana in meno.
through the carrefour
Il mio cervello è in stand-by e scrivo cose impubblicabili.
Fuori piove, i camion inzaccherano il mio parabrezza.
Mi sento incredibilmente fighetta alla guida della mia pluriel. I ragazzini della seconda continuano a chiedermi se in primavera la parcheggerò scoperchiata. Audrey de noartri.
Il fatto che conoscano già la mia targa a memoria mi convince a mantenere un profilo di suppl severa ma simpatica e giovane. Della serie se anche ti dò insufficiente è per il tuo bene e te lo farò presto recuperare orsù dunque non rigare la mia macchina fanciullo.
Dalla busta sbatticd (nel senso che tutti i cd che trovo in giro per casa vengono sbattuti lì dentro senza nessun ordine) riesumo una traccia degli Spandau Ballet. Per un attimo mi sento la protagonista di un telefilm anni ottanta che guida verso casa nella pioggia e forse alla prossima frazione persa nella nebbia verrà sorpassata da un Iveco guidato da Starsky e Hutch.
In lontananza vedo lampeggiare le prime luci del Carrefour e dell' Euronics.
lunedì, febbraio 05, 2007
Micah P Hinson and The Opera Circuit
Ovvero come scivolare via peggio di una goccia di nebbia sulla carrozzeria della macchina alle sette (scarse) del mattino.
Perchè quando di un album non butteresti via nemmeno una canzone ma ti ci butteresti dentro. Perchè quando hai l'impressione che lui fosse lì e sapesse che cosa hai provato in quel momento e in quell'altro e abbia coscientemente deciso di scrivere una canzone in proposito.
Perchè forse ci sono cose che stanno davanti agli occhi di tutti ma che solo qualcuno riesce a catturare davvero con lo sguardo e con il cuore.
venerdì, dicembre 22, 2006
'06
1. I was ready to be heartbroken. Senza saperlo, tra l'altro.
Ascolti una canzone, ti piace, e non sai ancora quanto finirai per innamorarti perdutamente dell'intero album. I Camera Obscura sono stati il mio colpo di fulmine del 2006. Sebbene non rappresentino musicalmente niente di nuovo sotto questo sole (c'è chi ci vede i soliti B&S, chi un po' di Lucksmiths, chi un po' tutt'e due), sono stati per me una rivoluzione di massimi sistemi, di quelle che ti spezzano il cuore e ti aprono l'ennesimo mondo di meraviglia di cui non sospettavi l'esistenza. Disco dell'anno. Punto. Perché l'ho ascoltato tante di quelle volte che ormai non ci sento più solo canzoni ma momenti, stati d'animo, persone, discorsi, conversazioni, viaggi.(ok, non è un album uscito quest'anno ma la classifica è mia e ci faccio quello che voglio!)
2. Un disco val bene un ricordo. Anzi due.
Just Give Me Time.
Una mattina di dicembre 2006, fresca di laurea, stanca, arrabbiata forse e un vento freddissimo che spazza le strade e le foglie mentre cammino cammino e metto in discussione me stessa, decostruisco l'ordine dei miei pensieri. E quella vocina sottile che prega di darle un po' più di tempo è la mia, ne sono sicura.
In a Radio Song.
Dal finestrino sporco di grasso del tgv che mi riporta in italia per un weekend, il sole basso illumina un campo di grano in mezzo alle montagne e lo colora di rosso e arancione, c'è un cielo blu che affoga nella montagne e tutto sembra cantare. I tralicci dell'alta tensione, le nuvole, il mio cuore.
3. Sufjan sta diventando una sorta di religione personale.
Disco che non è al primo posto unicamente per il terrore di incorrere nella sindrome da rifiuto
post-ascolto ininterrotto per mesi e mesi.
I 35 secondi di In This Temple As in the Hearts of Man for Whom He Saved the Earth sono qualcosa per cui vale la pena di vivere, alzarsi la mattina e prendersi tutti i vaffanculo del caso.
Poi sui motivi per amare Sufjan, uno dovrebbe fare una classifica a parte.
3. Perché certe cose sono belle a priori.
Prima ancora di ascoltarle, solo soffermandosi sull'immagine ironica e buffa di qualcuno che ha fatto dei musi lunghi una poetica ragione di vita. Morrissey è Morrissey. Epica allo stato puro. Qualcuno che sottolinea il passare del tempo con la sua voce profonda e malinconica, l'ultimo eroe romantico in un mondo musicale che crea gruppettini pop a ogni batter di ciglia. L'ultimo demodé. E il migliore.
4. My life in rooms. Che è un titolo ma anche un manifesto
dell'ultimo anno.
La mia vita in una cameretta, anzi in diverse, senza riuscire ancora a capire quale mi appartenga più delle altre. Un disco di suggestioni e non detti, che non descrive il tutto ma indugia sui particolari microscopici, l'ideale per i momenti in cui si fa fatica persino a guardarsi le punte dei piedi.
5.Perchè il concerto al PalaMazda è stato qualcosa di mistico.
Anche arrivare a Milano quel giorno, tre ore di coda in autostrada, un incubo, la quasi delusione di perdersi un evento che si sogna da qualche anno ormai, e lo si immagina perfetto, coinvolgente, favoloso.
E poi il miracolo, una volta lì, accorgersi che è tutto vero e stamparsi in faccia una sorriso da allacciare dietro la testa per parecchi giorni. *Altro ripescone vintage.
6. Devendra è il mio modo di sorridere quando gli angoli della bocca raggiungono depressioni storiche.
Quando mi prende quel desiderio di viversela più alla leggera, di essere meno consapevole. Di certo è la canzone più bella del mio '06, The Body Breaks che ho finito per inserire nella colonna sonora del mio primo spettacolo teatrale perchè non sopportavo l'idea di separarmene in un momento importante.
7. Il disco dell'autunno per eccellenza.
Le prime piogge, i primi freddi, dentro/fuori. Quel gran casino di intenzioni che l'autunno porta sempre con sé.
Guidare attraverso le nebbie autostradali del canavese, con il paesaggio grigio cancellato dall'acqua, sentendosi come una pallina di carta stroppicciata ma pur sempre coerente con i propri ideali. Certe cose hanno un prezzo alto mica per niente. Bonnie Prince Billy lo sa.
8. La musica francese non è poi così male.
Un giorno dei primi di maggio ho comprato un giornale di musica francese che forse era Les Inrock o forse non me lo ricordo più. Fatto sta che tra la difficoltà di tradurre ogni articolo riga per riga mi imbatto in uno speciale sulla faccina carina di Camilla. Alcune foto parecchio belle la ritraggono tutta aggrovigliata da un filo, (dall'album Le Fil), che poi non si capisce bene se la sta imprigionando o se è solo un abito, una protezione, un rifugio. L'idea che mi sono fatta io, ascoltando Vertige è che fosse proprio questione di vertigine, la stessa che provano gli uccelli quando volano troppo in alto. La stessa di chi è attraversato da troppi fili.
9. Vinicio protegg-e(-ici)
Folclore + tradizione + latino +alcool. No.
Atmosfera + arcano + religione + blasfemia. Nemmeno.
Difficile trovare una definizione corretta di ciò che Vinicio fa e che per me non è mai stata e non sarà mai solo musica. Nello strano mondo delle sue canzoni, sembra comparire molto spesso qualcosa di giusto onesto e profondamente sincero che manca invece assolutamente al mondo reale di persone perbene.
10. I Beirut io all'inizio mica li avevo capiti molto.
Mi piacevano e nel contempo mi davano fastidio. Me li sono portata in valigia come accade che ci scivoli dentro un oggetto strano e del tutto inutile ai fini di un viaggio (ma che, col passare dei giorni si rivela indispensabile). Gulag Orkestra lo ascoltavo in Francia. Quando dell'Italia mi andava di ricordare davvero poche cose. Postcard from Italy è una salita umida di pioggia, la mattina presto, attraverso un parco pieno di profumi, con il terriccio morbido sotto i piedi.
martedì, dicembre 12, 2006
aspettando di capire se ci sarà un natale come si deve
giovedì, dicembre 07, 2006
catalogue
Da quando un nuovo brillante portatile ha fatto il suo ingresso tra queste quattro pareti (che poi ormai saranno già 3 mesi ma rispetto all'altro mi pare sempre nuovo e brillante), mi sono ritrovata tra le mani all'improvviso un infinito fottio di memoria da occupare e alla solita cartella Musica è andata ad affiancarsi una cartella più piccina e originale la graziosa "Beta".
LaBeta racchiude brani, suggestioni e spunti raccolti in giro per la rete in attesa di avere il tempo necessario per ascoltarli religiosamente e valutarne il contenuto.
Dalla Beta le tracce mp3 vengono poi sistematicamente catalogate secondo 4 rigide categorie cerebrali che le porteranno incontro a un diverso destino:
1) mi schifano.
Tipo i Dashboard Confessional ad esempio. O gli Infadels. Non saprei spiegare perchè ma non li sopporto. > Li cancello con una certa soddisfazione.
2)mi fanno sorridere ma vanno bene soprattutto se sto passando l'aspirapolvere in giro per la stanza.
The Icicles, quelli della canzoncina della Motorola che forse avevo postato anche qui. Insomma se la ascolto senza aspirapolvere la prima strofa è graziosa ma le altre iniziando a darmi sui nervi. O che ne so i Gogol Bordello o Joanna (che qui il discorso è diverso c'è bisogno dell'aspirapolvere perchè se no questa donnina mi taglia a metà come una mela, altro che sorridere). >Li tengo per qualche mese, li cancello, me li procuro di nuovo, li ascolto, li cancello...un circolo vizioso.
3) sono veramente troppo indie (e io e l'indie nell'ultimo periodo ci siamo lasciati e ci frequentiamo e basta senza quel folle amore dei primi momenti).
Quindi cose tipo gli Animal Collective, Daniel Johnston, quella certa elettronica dei Cassius. Non ce la faccio. Ora. >li ascolto una decina di volte poi, se la situazione non migliora, ecco sì, li cancello.
4) le adoro. Tipo Jens, Devendra, Sufjan, la mia mitologica triade 2006. Cui sono andati ad aggiungersi i Barzin. > Si guadagnano un posto da senatori a vita nella cartella musica da cui verranno rimossi solo in caso di formattazione per essere delicatamente trasferiti su supporto cd.
giovedì, novembre 16, 2006
il lato musicale della nebbia
lunedì, ottobre 09, 2006
c'era un ragazzo che come me amava i Beirut e i Rolling Stones
Un disco per ottobre. Un film per ottobre. Per il resto è tutto un grande, enorme, vorticoso casino che mi lascia esanime e anche un po' rincoglionita.
Quindi nuovi post a data da destinarsi.