sabato, ottobre 16, 2004

"Stamattina ho visto un elefante
era una nuvola
che cammina-a-va.
L'elefante era così elegante
con il suo codino
e la proboscide!"

Ma quanto sono belle le canzoncine dell'infanzia?
Le filastrocche, quella da cantare con voce petulante fino allo sfinimento, quelle che quando eravamo piccoli ci venivano insegnate nella speranza che pronunciandole in continuazione finissimo per cadere in trance da autoipnosi...le mitiche canzoncine senza senso alcuno, popolate di animali, canottiere gialle, panni da lavare e stendere, elefanti che si dondolano sopra i fili delle ragnatele...il regno del magico e dell'assurdo e forse con un po' di rimpianto mi toccherà dire anche il regno di quell'immaginario fantastico che crescendo va assottigliandosi progressivamente...tutti i giorni corriamo il forte rischio di diventare adulti cinici e immusoniti, che non sanno più sorridere per le sciocchezze.

L'unica sembrerebbe quella di continuare a canticchiare...

"La canottiera gialla
a righe rosse e blu
me la volevo mettere
mettitela anche tu!"

martedì, ottobre 12, 2004

Metafora poetica sui miei rapporti interpersonali:
"Funziona esattamente come per una raccolta punti: mi sbatto un casino per accumulare punticino su punticino e alla fine, quando raggiungo la quota desiderata e mi presento alla cassa, mi dicono che anche stavolta sono finiti i premi e mi toccherà il solito stronzo di plastica".
Che barba.
Sono incazzata nera.

venerdì, ottobre 08, 2004

Ecco lo sapevo io che mi toccava tornare a seguire il corso di informatica post-alieni.
Uff.
Ieri sera accendendo la tivù mi sono anche beccata il faccione di Giuliacci junior che diceva sorridente agli italiani di dimenticarsi definitivamente l'estate (beh, abbiamo tutti iniziato a studiare e lavorare tranne te babbione) e prepararsi a una serie di giornate grigie e bigie, senza sole e ricche di umidità reumatismi e cazzi vari. Non si è capito bene se fosse una previsione del tempo o una gufata su scala nazionale. Giudicando la sua faccia io opterei per la seconda ipotesi.
Naturalmente seguiva il solito consueto servizio (che ci dimostra quali penosi livelli sotterranei abbia ormai raggiunto l'informazione italiana) sull'influenza e il raffreddore, emeriti sconosciuti fermati per strada si guadagnavano i loro trenta secondi di celebrità per dire cose del tipo -Eh sì, che grana- oppure -Speriamo di non prendere niente-; mi aspettavo che comparisse anche l' esperto del momento (magari Enrico Papi) e consigliasse a tutti di mettersi una castagna d'india in tasca, mia nonna dice che preserva da tutti i malanni di stagione e quindi perchè non tentare?
Sospenderò invece il mio giudizio sul successivo interessante servizio consistente nel

chiedere ai giovani d'oggi se sia meglio la Divina Commedia o le tette della Seredova. E pensare che Dante affermava con convinzione che "Fatti non foste per vivere come bruti ma per seguir virtute e canoscenza". A vedere Serena del Grande Fratello che si aggira con un poster di Mascia e Alessia Fabiani in mano, inizio a nutrire forti dubbi in merito.

Chissà dove andremo a finire.


giovedì, ottobre 07, 2004

Già al quarto giorno di università.
Oggi ho lezione al pomeriggio il che mi dà la possibilità di trascorrere la mattina con la calcolatrice in mano per riuscire a comprendere quanto mi toccherà dilapidare in libri universitari anche quest'anno. Che poi voglio dire, fossero libri che almeno una volta dato l'esame puoi riciclare, magari rifilare a qualcuno per il suo compleanno...ma in fondo credo che a nessuno farebbe veramente piacere ricevere un volume di 350 pagine sul Medioevo.
Di fotocopiarli non se parla e per due principali motivi.
Numero uno: con questa storia delle tasse per i diritti di autore, la differenza di prezzo è tra un volume originale e una mazzetta di fotocopia si riduce a pochi spicci. Nessuno le fa più a sgamo e stavo giusto pensando di impiantare un'attività di fotocopie clandestine nell'aula caffè dell'università. (magari costruendo un passaggio dietro le macchinette, sarebbe fichissimo!!!)
Numero due: la ragazza della copisteria è famosa per il suo entusiasmo e la sua affabilità tali che a confronto il Puffo Brontolone era il Claudio Bisio de noartri.
Ogni volta che ho messo piede in quell'antro di giovialità ho sempre incrociato studenti che uscivano con espressioni corrucciate, alcuni insultando pesantemente la suddetta e minacciando di metterle a ferro e fuoco il negozio, altri invece con la coda tra le gambe dopo essere stati sottoposti a un tour de force di umiliazioni magari solo per fotocopiarsi la carta di identità. Ricordo con piacere quella volta che appena entrata mi chiese bruscamente -Cosa vuoi?- e io fui fortemente tentata di risponderle -Un pollo fritto, grazie. E se hai un po' di salsa è anche meglio- Ma ci rinunciai solo perchè avevo un dannato bisogno di quelle dispense di metafisica e non potevo fare altrimenti.
Oggi però che per grazia divina un'altra copisteria ha aperto sul viale non escludo l'ipotesi di recarmi a fare visita alla simpatica ragazza del pollo fritto e trascorrere un intero pomeriggio a prendere a calci tutte le sue preziose fotocopiatrici, scaricarle gli evidenziatori, stortare le puntine, scarabocchiare i quaderni, dare fuoco ai calendari, legarla a una sedia con del nastro adesivo e lasciarla lì nel suo negozio devastato in balia di tutti coloro che hanno dei conti in sospeso con lei.

lunedì, ottobre 04, 2004

Un solo giorno di università. Il primo. E sono già a pezzi, altro che delicatessen.
Dunque stamattina lezione alle ore nove, conoscendo i miei ritmi estremamente rilassati e ritardatari programmo la sveglia alle sette e mezza. Però ci pensa mia madre a svegliarmi urlando vari insulti all'indirizzo di mia sorella che non si decide a uscire di casa "Ti lascio qui, guarda che vai in bicicletta, lo giuro, è l'ultima volta che ti aspetto, ma cos'è che stai facendo, muoviti".
Una litania ormai consolidatasi negli anni. Quando mia sorella andrà all'università credo che mia madre la pronuncerà lo stesso guardando con malinconia la porta della sua camera vuota. Cmq eravamo rimasti alla sveglia improvvisa, all'acqua gelida del lavandino, a nessuno che come al solito mi ha fatto il the, a mio padre che mi ha avanzato UN frollino di numero per colazione. Metto su un po' di musica classica e inizio a cercare degli abiti che non puzzino di spiedini (ieri sera ne abbiamo arrostiti una quantità tale che ora tutto in casa mia sa di spiedino...è come vivere dentro a una friggitrice). Finisce che mi vesto come ieri sera, rinunciando anche quest'anno all'eleganza fin dal primo giorno. Alle ore nove mi reco con commovente puntualità alla lezione di informatica. La maggior parte dei presenti è una multiforme folla di bipedi implumi i quali paiono avere conquistato la capacità di camminare su due piedi appena l'altro ieri. Mi domando se tutti questi ragazzi con la visiera e il cellulare in mano, che fanno interventi del tipo "Ehi prof ma i computer li hanno inventati quando c'erano gli alieni a Roswell..." e "Ah, ah, ah guarda quella valvola sembra un pisello!" non siano forse evasi da un manicomio per criminali con pesanti tare dell'intelligenza. Sembra di essere sul set di galline in fuga. Il professore cerca invano con una serie di esempi di spiegare la differenza tra analogico e digitale gettando nello sconforto la massa di studenti (ai quali mi viene da pensare che come test d'accesso sia stata richiesta la sola capacità del pollice opponibile. E alcuni non l'hanno passato).
Ma niente. E' tutto troppo, troppo difficile. Meglio ridere, giocare alle navicelle spaziali con le sedie, ascoltare le sonerie dei cellulari.
Io non so che dire.
A parte il fatto che ho deciso che a costo di laurearmi nel 2057 insieme a Costantino Vitagliano e Daniele di Volere o Volare non frequenterò mai più il corso di informatica per scienze della comunicazione.

sabato, ottobre 02, 2004

Velvet Underground >I find a reason<
Pa papa papa papa Pa papa papa papa Pa papa papa papa Pa papapapa papa I found a reason to keep living Oh and the reason,dear, is you I found a reason to keep singing Oh and the reason,dear, is you Oh I do believe If you don't like things you liveFor some place you never gone before Pa papa papa papa Pa papapapa papa Pa papa papa papa Pa papa papa papa Honey, I found areason to keep living And you know the reason, dear it's you AndI've walked down life's lonely highways Hand in hand with myselfAnd I realized how many paths have crossed between us Oh I dobelieve You're all what you perceive What come is better thatwhat came before Oh I do believe You're all what you perceiveWhat come is better that what came before Pa papa papa papa Papapa papa papa Pa papa papa papa Pa papa papa papa And you'dbetter come, come come, come to me Come come, come to me pa papapapa pa
Non so se è stata la mostra di Andy Warhol ad influenzarmi...fatto sta, che questo sabato sera me lo passo a casa ad ascoltare i Velvet Underground e a scribacchiare le pagine di un libro che probabilmente non finirò mai. Yu-hu-hu! :-P
.::notte::.