giovedì, novembre 29, 2007

Coniglietti e anatre

Giulio fa capolino da dietro lo schermo del computer per qualche coccola extra e qualche tentativo di sgraffignarmi le dita mentre pigio sulla tastiera.
Abbiamo appena finito di guardare insieme lo spot dei coniglietti colorati che mi piace tantissimo
http://www.youtube.com/watch?v=yj0-bCWZOfo e consultato qualche sito di ricette di biscotti per natale.
Oh certo, avrei da studiare.
Miliardi di pagine di argomenti più svariati, da Freud a Tommaso d'Aquino, da Duhem a Leopardi e invece stasera cazzeggio impunemente, senza il minimo senso di colpa, lontano da tutte quelle cose che mi farebbero venire probabilmente maldipancia.
Anzi sto organizzando la mia minifuga dalla realtà che consiste nell'interrompere la programmazione di ogni singolo istante della mia vita nel dettaglio, altrimenti finisce che divido il mio esistere in unità di tempo come hugh grant in about a boy.
E hugh grant non era felice. Aveva bisogno di vedere un bambino che tirava una pagnotta in testa a un'anatra per sentirsi meglio.
Io ho visto i coniglietti. Ho visto la pancia bianca e rossa del mio gatto che dormiva sdraiato sul divano. Ho visto il cielo a milano per la prima volta dopo settimane. Ho ricominciato a leggere e a leggere i pensieri della gente quando sono in treno. Ho ascoltato due ragazzi rom vestiti di stracci suonare il violino da far venire i brividi. Ho lasciato la mia lattina di minute maid ace a una signora che mi chiedeva una moneta che non avevo. Mi sono ricordata l'id di flickr.
A volte capita di dimenticare password, nomi di accesso e buona parte di se stessi.
E io oggi festeggio perchè mi sembra di averli ritrovati tutti e tre.

giovedì, novembre 22, 2007

Ossi di seppia

Al ritorno in treno, stipata come un tacchino nei miei 30cm cubi di spazio, ascolto un bambino uruguayano che spiega alla mamma nel suo italiano dolcissimo che cos'è una seppia.
-E' un parente dei pesci, vive sotto la sabbia- e poi le racconta l'alfabeto fino alla "r" che lui pronuncia "ru" e -tutti i miei compagni mamma dicono rrrrrrrrrrrrrrrrr come le tigri!-
Dopo un paio di minuti improvvisa un mantello da supereroe con una copia di City e gioca tranquillo finchè è ora di scendere.
Tutt'intorno a lui le persone guardano distratte le impronte delle mani sui finestrini o si infilano gli auricolati perdendosi in conversazioni senza fine sul tempo e sui treni che sono sporchi e su quel collega di lavoro insopportabile e cercano, in generale, di sentirsi meno sole.
Dal canto mio sto leggendo sul giornale che le mie prospettive di lavoro sono rimandate a un nebuloso 2012, forse a quel momento là ci saranno anche le astronavi e le colonie su orione e la gente piangerà meno lacrime nella pioggia.
La condomina che in ascensore mi vede trafficare con i libri nella borsa domanda con aria stupita
-Ma vai ancora a scuola?-
e a me viene da risponderle che sì, faccio ancora la 2a elementare, non riesco a imparare la per e la diviso.
Tempi splendidi quelli della seconda elementare.
A quest'ora si preparavano i lavoretti di Natale, altro che esami, precariato e belle balle.

lunedì, novembre 19, 2007

Maybe I'm The Grinch

Come al solito, quando i lacci si stringono troppo e le dita incespicano sull’ennesimo bottone, qualcosa con i denti si ribella dentro me, mi ritorna il mal di schiena e quell’irresistibile desiderio di stare in silenzio la maggior parte del tempo, così finisco per immaginare qualcuno che racconta la mia storia mentre torno a casa in macchina, con la fronte appoggiata al finestrino e guardo le stelle che domandano sempre e non rispondono mai, e fuori è sottozero e mi viene in mente quel film tristissimo che forse ho visto un paio di anni fa -la mia vita senza me- che non mi era neanche piaciuto, ma l’avevo visto ugualmente per il titolo, mi sembrava volesse dire tante cose e invece era il solito pippone strappalacrime con tanto di pioggia (piove sempre in quei film lì, però piove bene, con le gocce romantiche, mica le piogge acide che mi accolgono i lunedì mattina a milano e che mi scioglieranno il cranio prima o poi).
Oggi ricevo l’ennesima mail che recita “La ringraziamo per la fiducia accordataci inviandoci il suo manoscritto” “Abbiamo letto con interesse il suo manoscritto” “La lettura del suo manoscritto ci ha convinto che non siamo gli editori che fanno al caso suo” (minchia rispondono proprio tutti) e mi sembrano passati anni luce da quel momento lì, e da tanti altri in effetti, e ripenso ai miei amati ammassi di cartacce che conservo in uno scatolone blu e penso che mi piacerebbe avere il tempo di finire quelle cose lì per me, proprio come è stato all’inizio -scrivere solo per me- e scusate se lo dico qui sul blog, magari fa brutto però è la verità.
Inoltre, se qualcuno gentilmente volesse spiegarmi perché ca**o hanno già messo le luminarie natalizie per le strade che non è manco dicembre, a me questo fatto genera ANSIA, finisce che ci toglieranno anche la malinconia del Natale e delle strade deserte a una certa ora della sera mentre il vento gelido ti taglia la faccia a metà e ti fa sentire la protagonista di qualche novella di Cechov. Sono già lì da una settimana, le slitte intermittenti, le stelle comete , le scritte buonnnnatale.
Vi prego facciamo qualcosa, un referendum, una campagna, una lettera a Berlusconi.
Non si può andare avanti così, mi girano le palle.

sabato, novembre 17, 2007

il migliore dei mondi possibili

Il blog langue.
Che è triste da una parte e un'allitterazione stupenda da un'altra.
I motivi per cui non scrivo più (e non scrivo proprio, neanche gli sms) sono molteplici:
poco tempo, studio che non è mai abbastanza, quando ho quei quattro minuti liberi mi viene l'ansia scrittoria e allora lascio perdere perchè ho giurato a me stessa che non avrei mai aggiornato un blog solo per occupare dello spazio virtuale.
I miei ultimi due mesi sono stati essenzialmente mesi di treno e metro.
Su e giù, attraverso gli stessi paesaggi, ad ammettere che ci deve essere qualcosa di sociopatico nella beata tranquillità che ricavo da questi lunghi viaggi in totale solitudine, immersa nel disordine musicale e mentale delle mie orecchie.
E poi c'è la metro, che è un mondo nel mondo, ma è un mondo che mi piace perchè si vedono cose belle che non ti immagineresti mai, la varia umanità in tutta la sua sincera incoerenza,
il nigeriano che aiuta la sciura milanese con le stampelle e la faccia di botox a sedersi e le lascia il posto, bambini cinesi che tornano a casa da scuola con i loro italianissimi compagni e parlano tutti di dragon ball, una mamma filippina con una gigantografia del suo matrimonio sotto un braccio e un bebè tutto rosa sotto l'altro, il super manager che si cava la monetina dalla tasca e la lascia sorridendo a uno strampalato suonatore di fisarmonica con la cassa di amplificazione improvvisata nello zaino; e poi a fianco le ragazze gucci-vuitton che tengono gli occhiali da sole anche sottoterra, la modella anoressica che batte il tempo tra una fermata e l'altra perchè deve assolutamente fumare, quelli che lo sai per certo che scenderanno a brera, e quelli che ostentano il sacchetto di cavalli come fosse la cosa più importante del mondo.
Tutti, fondamentalmente molto simili.

Vieni, vieni in città
che stai a fare in campagna?
Se tu vuoi farti una vitadevi venire in città.
Com’è bella la città com’è grande la città
com’è viva la città com’è allegra la città.
Piena di strade e di negozie
di vetrine piene di luce
con tanta gente che lavora
con tanta gente che produce.
Con le réclames sempre più grandi
coi magazzini le scale mobili
coi grattacieli sempre più alti
e tante macchine sempre di più.
Giorgio Gaber

martedì, novembre 06, 2007

Grandi pulizie

Premetto che non è il mio gatto, ma vorrei tanto che un giorno lo fosse...