giovedì, agosto 28, 2008

Ricominciamo?

Mi sono rimessa sui libri.

Senza slancio, senza grinta, con gli occhi mollemente appoggiati ai deliri del materiale per il prossimo esame. 
Non sto scrivendo quasi nulla perché se scrivo penso, se penso mi preoccupo e se mi preoccupo mi viene lo stomaco a mattone. Quindi preferisco trascorrere le ore della giornata in attività che mi permettano di mantenere una soglia di consapevolezza minima tipo suonare la chitarra, guardare soap opera tedesche, bere caffè, lavarmi i capelli.
La televisione è l'ideale per spegnere il cervello.
E se da un lato mi rendo conto che non è buona cosa tenersi spenti e meglio sarebbe uscire a fare una passeggiata o studiare qualcosa di intelligente o dedicarsi a un hobby tipo l'uncinetto, i biscotti, le ceramiche, d'altro canto so per certo che presto arriverà l'autunno dei regionali e rimpiangerò con tutto il cuore questi momenti di dolcissimo nulla in cui abbandonare la propria mente e il proprio corpo.
Sarà che la fine di agosto non è ancora settembre con i suoi splendidi tramonti lisergici, ma solo la fine dell'estate, l'abbronzatura che viene via sotto la doccia e non c'è nivea che tenga.

 

venerdì, agosto 22, 2008

Quando, quando, quando

Quando avresti da preparare un esame ma ti limiti a circondarti di libri aperti cui non rivolgi nemmeno uno sguardo.

Quando un torcicollo bastardo ti colpisce prima a destra, poi a sinistra, poi al centro e ti ritrovi alle tre di notte a cercare rimedi omeopatici su internet.
Quando l'abbronzatura se ne va dalla tua fronte creandoti inestetici tatuaggi maori.
Quando nel tentativo di scaldare un cencio dentro al microonde quasi dai fuoco alla casa (sì lo so che non si fa, ma volevo fare in fretta).
Quando tua madre ti racconta che in un mobilificio vendevano troni come quelli dei programmi della De Filippi.
Quando calienta il sol là in quella playa in cui non sei più.

La crisi di rigetto volge comunque al termine. 
Sebbene il maledetto obtorto collo abbia frenato i miei notevoli progressi con la chitarra (stavo imparando everybody hurts per la gioia dei vicini e simone ha cercato di mostrarmi il barré ma per il momento le mie dita non vogliono saperne) i miei chakra si stanno allineando con quest'atmosfera di autunno e lentezza che già permea la bassa.
Nonostante faccia ancora abbastanza caldo gli abitanti di Seattle già si aggirano con bomber, spolverini e maglioncini intorno al collo, anche alle tre di pomeriggio. 
Certo il rovescio della medaglia sono io che con la mia voglia fuori tempo massimo di canottiere e pantaloncini ho rischiato di restare bloccata a letto strafatta di voltaren. 
Ma, dicevo, Seattle di contro è pronta per l'autunno, cadono le prime foglie, il cielo ha assunto un uniforme color grigio, il popolo si prepara alla stagione delle sagre danzanti e mangianti.
Ho voglia di dolci colline monferrine e che arrivi presto il 29.
Perché esce Kung Fu Panda. 

domenica, agosto 17, 2008

Diario disordinato di un'estate strampalata. Parte I^ e forse unica



La Toscana ha davvero qualcosa di diverso. 

Prima di tutto la gente sembra vivere la propria vita con una tranquillità d’animo difficile da trovare al nord. 

Va in spiaggia col copricostume del mercato pure se ha la porche, ha le borse frigo con i fiorelloni giganti e il palmare, fa kite surf, ha le spiagge per i cani, porta i bambini al miniclub della piscina e non si preoccupa.


I toscani sono estremamente spiritosi e anche perennemente incazzati tra loro per diatribe storiche perse nei tempi dei tempi. E questi non può che renderli persone apprezzabili. 

Scrivono murales boccacceschi o romantici, vanno in spiaggia camminando per chilometri dentro le pinete, parlano strascicati come se qualsiasi frase costasse fatica e quindi dovesse essere soppesata il giusto.


La Maremma è bellissima. All’inizio quando ci arrivi non lo sai. Ma appena cala la notte e dietro il campeggio ti accorgi che non c’è niente per chilometri e chilometri ma sopra la tua testa puoi vedere la via lattea come in una puntata di superquark, inizi a indovinare perché i ricconi snob e chic si sono fatti la villa lì, nascosta dagli alberi.


In Maremma è pieno di sagre. Ogni paese ne organizza circa millecinquecento. In una settimana puoi assaggiare acquacotta, cacciucco, tagliatelle al cinghiale, panzanelle, e goderti i vecchietti che ballano le danze sexy caraibiche e le orcheste che ci danno dentro di bestia.


In Toscana ho fatto dei sogni stranissimi. Ecco questa non è un’informazione di tipo turistico però sono convinta di avere fatto questi sogni proprio perché ero in Toscana. La sera mi addormentavo in un coro di cicale e buffi uccelli notturni e calavo in profonde parti del mio incoscio tirando fuori facce, episodi del passato, allegorie da brivido. La Toscana aiuta l’autopsicanalisi.


In Toscana ho letto Farenheit. Di prima battuta non c’ho capito niente. Però ero in spiaggia e avevo abbozzato solo un timido tentativo intellettuale comprendendo fin da subito che l’equazione estate=stand by cerebrale era valida anche per quest’anno. Quindi sono andata a giocare a racchettoni con mia sorella. Poi siccome c’è stato un giorno in cui mi ero ustionata di brutto e sembravo l’uomo torcia degli x man e dovevo restare fissa sotto l’ombrellone ho ricominciato farenheit e l’ho finito dopo un’oretta. Splendido e triste anche. 


Ho deciso che all’alba delle mie venticinque lune imparerò a suonare la chitarra. Al momento so strimpellare soltanto la canzone del sole e a horse with no name degli america che ha due accordi ma permette comunque di iniziare a tirarsela un pochino. Ora però devo comprare una chitarra. Quindi devo trovarmi un lavoro. Pensavo di mettere un annuncio sul giornale del tipo “giovane automunita esperienza all’estero bilingue laureata triennale cerca lavoro per comprarsi chitarra”.


In Toscana ho visto “Il Giardino dei Tarocchi” di Niki de Saint Phalle e mi sono commossa come al solito per la mia stendhalite congenita. Fortuna che non se è accorto nessuno perché avevo gli occhiali da sole.


Sono stata pure alle vaschette di Saturnia. Che non sono le terme che immagino a pagamento, a foggia di piscina, richiedenti una cuffia per doccia. Le vaschette sono vasche nella roccia naturali, all’aperto, dove sgorga acqua a 37 gradi e mezzo ed è blu ed è gratis. Siamo rimasti lì immersi fino alla punta dei capelli a guardare la luna e le stelle. Wow.


Ho trascorso ben diciotto giorni separata dal mio fedele felino Giulio e mai assenza è pesata così tanto, quando finalmente l’ho riavuto tra i piedi è stato tutto un bacino, uno struscino, una carezzina, un pezzettino di pollo. E’ il mio primo gatto ed è viziato in maniera intollerabile, me ne rendo conto.


Livorno non mi è piaciuta granché, forse perché mi aspettavo altro, qualcosa tipo Genova, o forse perché al mercatino americano non ho trovato il coraggio di chiedere quanto costavano i trucchi per il camouflage.


Quest'estate mi sono dedicata ad attività under 10. 

Ho fatto i castelli di sabbia, mi sono fatta produrre una finta coda da sirena sempre di sabbia, ho sgonfiato un materassino, ho raccolto le conchiglie coi buchini per una collana che non avrò mai tempo di fare.


Della Toscana mi mancherà praticamente tutto. 

Perché solo in vacanza ci si rende conto della fatica fatta nei giorni precedenti e si puntano i piedi contro la fatica che verrà. E anche perché ogni volta che sono al mare sento di essere al posto giusto, in pace con me stessa, a casa.


E poi, per la miseria. Sono a Vercelli da 24 ore fa un freddo boiardo, il meteo scandisce pioggia e temporali a volontà e quelli dell'università mi hanno intasato la posta di moduli per sganciare loro tantissimi soldi. Ha ragione mia madre quando dice che ad andare in ferie più a lungo saremmo tutti più buoni. 

Che ci pensino quelli lì del governo.