giovedì, agosto 30, 2007

quando non si ha troppo da raccontare meglio far parlare qualcun'altro

All' Ipotetico Lettore

Ho messo la mia anima fra le tue mani.
Curvale a nido. Essa non vuole altro che riposare in te.
Ma schiudile se un giorno la sentirai fuggire.
Fa' che siano allora come foglie e come vento, assecondando il suo volo.
E sappi che l'affetto nell'addio non è minore che nell'incontro.
Rimane uguale e sarà eterno.
Ma diverse sono talvolta le vie da percorrere in obbedienza al destino.

Margherita Guidacci
(1921-1992)

mercoledì, agosto 22, 2007

Post a links

And here in our hollow we fuse like a family,

but I will not mourn for you

So take up your makeup

and pocket your pills away

we're kings among runaways

on the bus mall

we're down

on the bus mall





Non so perchè ma alla fine dell'estate 2007 mi ritrovo ad ascoltare i Decemberists, così come in fondo era accaduto anche all'estate precedente e forse anche a quella prima.

Gente che ha un gruppo il cui nome ci azzecca con la fine di agosto così come la nutella con l'insalata. Eppure l'evidenza incombe, i fatti parlano chiaro, cantano forte nelle mie orecchie e le dita picchiano sulla casella -search- del mulo senza esitazioni.
Scusate ma quest'estate non ho trovato musica "nuova" per le mie orecchie.
Ho ascoltato sì qualcosa ma con timpani distratti e insoddisfatti. Sarà che a me d'estate piacciono le canzoni allegre ma non troppo.
Cioè a giugno e luglio posso ancora ascoltare canzonette spensierate.
Quando ho disfatto la valigia nel mio piccolo bungalow radioattivo lo ammetto, stavo fischiettando Gino e l'Alfetta.
Però poi sono stata zitta quasi tutto luglio, mi ero fatta una compilation sul lettore mp3 che ha perso lo sportellino delle pile ed è così brutto, quasi come le canzoni che ci avevo messo dentro.
Ho provato coi fratelli. Mi piaceva tanto Whistle For The Choir.
Forse mi piace ancora ma non ho ancora deciso. Ho ascoltato Paolo Nutini.
Cazzo è commerciaaleee! Sì va bene, mica dico di no.
Anzi confesso. L'ho scaricato perchè la mia amica scozzese mi aveva assicurato essere un tipo che non se la tira per niente, uno che va a fare la spesa ed esce con gli amici di sempre e mica si caga il mercato discografico europeo. Poi ho scoperto che a Glasgow sono tutti famosi, è come stare nel Truman Show, il segreto è tutto lì.
Mi è piaciuta New Shoes. L'ho cantata per qualche tempo quando indossavo le birkenstock nuove da suora laica. Poi boh, basta. Caduta nel dimenticatoio.
Ho pure cercato di riascoltare gli Smashing di Mellon Collie.
Non ci sono riuscita, nemmeno per una canzone, ho avuto paura di rovinare il ricordo, di rompere l'incanto, di mandare il sogno in frantumi.
Così l'estate è passata senza una colonna sonora, una canzone da riascoltare anni dopo e pensare -ah cacchio, l'estate 2007!-.
La verità nuda e cruda è che non ci sono state canzoni con la "C" maiuscola.
E che guarderò arrivare l'autunno sulle note di Her Majesty, Castaways and Cutouts, Picaresque e magari anche The Crane Wife.
Quindi se anche voi negli ultimi mesi siete rimasti a bocca asciutta dateci un ascolto.
Perchè certi pezzi, anche se con l'estate alle spalle non c'entrano niente, sono di una bellezza impressionante.

martedì, agosto 21, 2007

Il divo Giulio


Da qualche giorno mi gironzola per casa. E i miei, che sono riuscita a convincere solo dopo 24 anni, sono lì che si commuovono a vederlo mentre rosicchia con ferocia preziosi tendaggi e tappeti orientali.
Dicano quel che vogliono ma quando uno è bello bello gli si perdona (quasi) tutto.

mercoledì, agosto 15, 2007

(...)

Più che raro credo.
O forse più frequente di quanto io pensi.
Incontrare una persona che te ne ricorda un’altra, che hai perso con gli anni o che credevi di aver perso e invece ti ritrovi a pensare che quella smorfia particolare e quel modo di muovere gli occhi sono e resteranno sempre i suoi.
Non sto parlando di un ex-amore, o di un ex-ragazzo o di tutte quelle cose odiose che iniziano con il prefisso ex e ti fanno sentire più vecchia di quanto non sei.
Sto parlando di quello che era il mio migliore amico e che forse, in un universo perfetto dove non esistono gelosie, invidie e sentimenti contrastanti, resterà come tale per sempre.
Quel posto rimasto semplicemente vuoto, quello di una persona seduta allo stesso tavolo per tanti anni che all’improvviso si alza e ti saluta con un confuso gesto nella mano.
Così.
Non lo sento da più di un anno ormai, l’ho intravisto soltanto una volta, qualcuno mi racconta che è dimagrito, che esce sempre con quella ragazza di cui era innamorato e che magari col tempo si è innamorata di lui.
Se dicessi che provo nostalgia non direi il giusto.
Nessun rimpianto.
Perché finché siamo stati noi, finché siamo stati in quella parentesi di vicinanza così delicata che è l’amicizia, ci siamo consumati di chiacchiere, esperienze, consigli e segreti.
Che non ho mai svelato a nessuno. Che non svelerò mai.
Che terrò sempre chiusi nel cassetto del nostro essere amici.
Ho ancora una sua lettera di compleanno in un cassetto.
"...sempre dalla tua parte”.
Per tanto tempo ci ho letto solo l’impulso di un momento, quello che porta a pronunciare frasi di cui uno si pentirà in seguito o promesse cui non potrà tenere fede.
Adesso so che non è così.
Quelle parole sono vere.
Nell’universo perfetto dove non esistono gelosie, drammi esistenziali e sentimenti contrastanti la nostra amicizia durerà per sempre.
Saremo seduti in qualche sera di fine luglio, su qualche panchina di fine luglio con la nostra corona ghiacciata in mano a parlare di tutto il resto.

(Sempre dalla tua parte, in un modo o nell'altro).

martedì, agosto 14, 2007

August and everything after

Agosto pugnale dell'inverno.
Ho letto/sentito questa cosa non mi ricordo dove e mi è sembrata la conferma di quella sensazione che agosto mi trasmette ogni anno, che l'autunno sia dietro l'angolo, che il sole faccia finta di essere ancora estivo e le giornate lunghe, mentre l'estate si è già infilata le scarpe per incamminarsi alla porta.
Sarà magari anche perchè le mie vacanze sono sempre state vacanze di luglio, con l'acqua del mare ancora fredda e la pelle fantasmatica dei bagnanti intenti a ungersi con inutili solari protezione mille.
A luglio il sole è sole, il mare è mare, l'inverno sta nel suo punto più lontano.
Agosto è il mese più freddo dell'anno. Certo che sì. Perchè uno si aspetterebbe ancora quel caldo da togliere il fiato, il maniacale impulso a suggere continuamente granite al limone, e invece la sera tiri fuori il lenzuolo pesante e magari ti fai anche un the se il pomeriggio ha piovuto.
Però agosto è anche il mese in cui Seattle è più bella, spogliata di buona parte dei suoi chiassosi e fashion abitanti, popolata di gatti, cani e padroni di cani e basta, con le saracinesche abbassate e le strade silenziose, con la possibilità di parcheggiare la macchina dove vuoi senza doverti contorcere in manovre circensi, con le risaie ancora verdi e la luce del sole che al tramonto diventa amaranto, sul serio, sembra di fare le comparse in una cartolina turistica.
Quest'anno ad agosto sono a casa e non nascondo di essere contenta. E tranquilla.
Di dormire fino a tardi. Di cercare di rimandare il più possibile tutto l'everything after.
Adesso è agosto e il freddo non è poi così male.

giovedì, agosto 09, 2007

ricordo di un'estate

Una nave bianca attraversa lentamente tutto l'orizzonte che riesco a vedere, da una parte all'altra, lentamente.
Sono seduta su un muretto umido, forse sono le sei del mattino, forse molto prima.
La luce del sole è solo un bagliore soffuso nell'aria che illumina appena le cose.
Sono scappata dalla finestra di un bungalow in cui dormivamo in cinque con due letti, c'era quel ragazzo svedese che dormiva sul pavimento appoggiato alla porta, aveva una camicia hawaiana, un vero spasso.
Mi hai chiesto dove vai.
Ti ho risposto che uscivo a prendere un po' d'aria e di passarmi le scarpe.
Sono uscita dalla finestra e fuori faceva fresco, avevo bisogno di pensare.
Dentro russavano tutti, il ragazzo svedese, la mia compagna di stanza bionda e un po' lobotomizzata, il ragazzo di milano che dormiva col cappuccio della felpa sulla faccia.
Per me è così, una volta sveglia non riesco mai a riaddormentarmi.
Ti aspetto per un momento appena al di là della finestra.
Ma se ci ritrovassimo uno di fronte all'altro dovremmo parlare, spiegarci.
E io non so spiegare niente, io e te cosa siamo, cosa c'è dei tuoi occhi che mi parla, cosa ti parla dei miei, il senso di un bacio notturno posato sulla fronte, senza dire niente.
Mi allontano e seguo un sentiero, poi trovo un muretto e mi siedo lì, zitta, muta.
Lo so che poi sei uscito e mi cercavi.
Che sei rimasto lontano dietro le mie spalle a guardarmi e magari l'hai vista anche tu.
Quella nave bianchissima che spuntava dal promontorio e attraversava l'orizzonte, piano piano.
Oggi è l'ultimo giorno delle nostre vacanze.
Io parto, tu rimani. Tra poche ore sarò di nuovo a casa, in camera mia, con le cuffie del walkman cacciate nelle orecchie a scrivere furiosamente di un'altra estate finita sulla mia agenda stroppicciata.
Tu non ci sarai più. Mai più questa volta, e nemmeno io.
Non so spiegarmelo ma ho la sensazione che quella sia l'ultima estate di una certa parte di me stessa. Qualcosa sta partendo.
La prossima estate avremo diciotto anni e non saremo più qui.
Il mondo sarà diverso. Saremo diversi anche noi.
Se stringo gli occhi mi sembra di vederci seduti sul ponte di quella nave bianca che scivola all'altro lato dell'orizzonte e scompare, pezzo per pezzo, inghiottita dal verde degli alberi.
Resta solo il mare.

mercoledì, agosto 08, 2007

Back to Seattle





Tornata.

Ecco, questo sì che avrei voluto scriverlo tra due anni...