mercoledì, novembre 29, 2006

*before you cry

La verità è che avevo paura di alzare la cornetta del telefono per sentirmi dire che avevo perso il treno, o peggio, che il treno che aspettavo non sarebbe più passato di lì.
La verità è che, infine, ho alzato la cornetta come si fanno tutte le cose che non si vorrebbero, respiro profondo, contare fino a tre, ascoltare il segnale acustico senza pensare a niente.
La verità è che ho chiamato Genova, la segreteria dell'unico master che sembrava per me, sembrava avere l'aspetto di una cosa che mi sarebbe piaciuto fare.
-Riguardo al Master posso dirle che è stato trasformato in master universitario di secondo livello e che le iscrizioni sono state chiuse. Verrà riproposto l'anno prossimo, probabilmente a settembre-
La verità è che avrei dovuto chiedere spiegazioni, perchè pur avendo lasciato il mio indirizzo e-mail nessuno si era premurato di avvisarmi di questa miracolosa trasformazione che mi escludeva totalmente dalla possibilità di partecipare, e per quali loschi motivi su internet non c'era traccia visibile di queste modifiche.
La verità è che ho sentito un rumore di bicchiere di vetro che si frantuma su un pavimento di ceramica e ho risposto -La ringrazio moltissimo. Buona giornata-
Probabilmente avrei dovuto piangere, ma non mi è riuscito.

La verità è che ho la netta sensazione che mentre la mia vita resta immobile il tempo mi scivoli da sotto i piedi come un inarrestabile tapis-roulant. E più il nastro scorre più mi rendo conto che dovrei prendere una decisione e togliermi il pensiero, respiro profondo, uno due tre, va bene questo per il mio futuro. E il resto, i se, i forse, i potrei sarebbero da accantonare una volta per tutte.
La verità è che ho molte energie da investire e quella solita oceanica malinconia interiore che è il mio cruccio e la mia forza.
La verità è che la cosa che mi piace di più al mondo è scrivere, scegliere le parole, esprimere, e mi rendo conto della banalità del mio sogno e della sua irrealizzabilità ma al momento ancora non sono capace di prendere fiato, chiudere i miei sogni in un cassetto e buttare via la chiave.

lunedì, novembre 27, 2006

siamo nelle piste

SONO INCASINATA.
Ebbene sì.
Ma tornerò al più presto, solo che al momento devo dedicarmi alla mia Creatura.
see u soon

giovedì, novembre 23, 2006

how to fight..

Lo diceva anche Jeff "just smile all the time", una tecnica di per sè ottima e probabilmente funzionale se non si tiene conto della sensazione di gallerie che ti scavano lo stomaco per più giorni e ogni tanto hai l'impressione che da scavare sia rimasto poco e tutto sia in procinto di venire giù, come una lucida piramide di cristalli uno sopra l'altro.
Per me sentirsi soli ha lo stesso rumore di fogli di carta sottili sottili e ali di uccelli che si alzano in volo tutti insieme. O dell'ultima pagina dell'ennesimo libro letto e appoggiato sul comodino, che non è solo un comodino ma una specie di sepolcro virtuale di tutte le mie letture negli anni, terminate e abbandonate lì sopra, così che un volume incontra e abbraccia sempre il fantasma del precedente.
C'è l'inverno fuori, ormai non si nasconde più.
Lo capisci per le stelle, quella luce particolare che le stelle hanno soltanto di inverno, soltanto a novembre forse. Chiamano, parlano, raccontano qualcosa sopra la tua testa, mentre torni a casa e cacci le mani nelle tasche, sempre più in fondo, quasi ti ci vorresti nascondere completamente. Sono periodi, come ce ne sono stati altri, una giustificazione di per sè ottima e probabilmente funzionale se non sembrasse ogni volta così poco convincente.

martedì, novembre 21, 2006

winter took my life (in un certo senso)

Ieri alle ore 00.00 con una temperatura di 8° la Seattle del Piemonte si presentava lucida e deserta, per una volta, quasi romantica. La nebbia qui a novembre abbraccia la città piano piano, inizia a sfumare l'orizzonte e poi si avvicina alle case, riempie le strade, nasconde, cancella.
Di ritorno dalle prove e da una camomilla trangugiata cercando di trovare una soluzione ai circa mille problemi di organizzazione e non, perchè a un mese dallo spettacolo sembra mancare tutto, i preventivi, le locandine, la scenografia, i costumi.
C'è sempre, in ogni progetto, o almeno in ogni mio progetto, quel momento in cui penso che non ce la farò in nessun modo e ho come l'impressione di essermi arrampicata su un'enorme montagna di briciole pronte a franarmi sotto i piedi alla mossa successiva, e sì, lo so di avere una vita troppo immaginifica.
Scivolando con la gracchiante fiesta pericolosamente in riserva sulla via del ritorno, ondeggiando dolcemente tra rotonde, curvoni, stop e semafori che conosco a memoria, mi sono chiesta cosa mi spinga a provarci tutte le volte, a buttarmi mani e piedi in cose del genere, senza riserve, e mi sono sentita orgogliosa, di me stessa, come non mi capitava da tanto tempo.


venerdì, novembre 17, 2006

that's all folks

Venerdì pomeriggio, freddo a nord-ovest, nebbia che già alle nove cancella la stazione e i treni diventano invisibili fischi che tagliano il grigio.
Io e mrs dalloway ci siamo salutate a colazione dopo l'ultima pagina, con un cenno gentile del capo, perchè la mattina presto, le parole a disposizione non sono mai abbastanza. Ho preparato un pranzo con gli avanzi rinvenuti in frigo mentre su raiuno uno chef accreditato scodellava una meravigliosa torta di pandispagna. Potrei cucinarne una anch'io ma sono solita mettermi ai fornelli solo quando sono di buonumore altrimenti ho l'assurda convinzione che il cibo diventi triste. Che è una regola che vale sempre, se hai fame e sei di buonumore cucinerai piatti prelibati. Se sei annoiata, un po'scazzata e rigorosamente in pigiama da dieci ore non ne verrà nulla di buono. Ma si va avanti. Cercando di non tirare troppo le somme (la matematica esistenziale è qualcosa da evitare soprattutto in corrispondenza degli ultimi mesi dell'anno).
Amanda sonnecchia accoccolata sul divano come un gatto. Dovevamo fare qualcosa insieme ma poi, piove, il grigio è diventato ancora più grigio e la mia lotta alla metereopatia sembra essere persa in partenza. Presto smetterò di ascoltare queste melanconiche canzoncine e mi dedicherò al punk-rock e al turpiloquio. Come quel bambino della famosa pubblicità (o forse era un film)che, solo in casa, trascorreva il suo tempo a urlare -cacca/culo- saltando sul letto.
Umpf.


listening to Picture Picture JealousChangeOfMind

giovedì, novembre 16, 2006

il lato musicale della nebbia

Another lonely day. La svolta tecnologica impazza, quasi quasi potrei addirittura iniziare a postare degli mp3. Per ora consideriamolo un grazioso esperimento, se cercate un nesso logico nell'ascolto delle sottostanti canzoncini non lo troverete. Sono cose che mi sono capitate tra le orecchie grazie alla magica modalità di riproduzione casuale. Sono "orecchiabili". E basta, fondamentalmente.


mercoledì, novembre 15, 2006

Pubblicità Okkulta (odio le cose scritte con le k al posto delle c)

Qualcuno di blogger.com deve avere letto il mio post sul sonno indotto dalle guide css e html.
Grazie a una serie di pigrissimi clic sono perfino riuscita ad aggiornare la colonnina dei link, perdutasi per cause misteriose.
Scrivo poco eh?
I know.
In realtà scrivo tantissimo, non l'ho mai detto prima perchè appartengo a quella categoria di persone non superstiziose che però meglio non parlare di una cosa fino a quando non è andata in porto. Cmq. Ci sarebbe questo spettacolo teatrale cui ho costretto con la forza alcune amiche a prendere parte in qualità di attrici ai miei deliri narrativi che mai avrei avuto il coraggio di recitare io stessa. E quindi siamo partite, testi, prove, canzoni, cazzate (quelle sempre moltissime), assicurazioni, luoghi, persone e adesso è quasi di mettersi sotto sul serio. Presto avremo anche un blog www.lepaillettes.blogspot.com. Al momento siamo ancora lì che organizziamo contenuti, discutiamo di come riuscire a ottenere un letto in stile ottocento senza pagare nulla, e ci perdiamo in discussione metafisiche su come sarebbe bello il mondo se fossimo famose e piene di soldi. Lo aggiorneremo al più presto.
Ecco. Mi sono pure fatta pubblicità occulta. Come se postassi una mia foto mentre sorseggiavo pampero con al polso un rolex di diamanti, un paio di occhiali D&G (ma non esistono più le magliette docile e gabbiana? le preferivo alla versione nazionalpopolare del dammela e...vabbè il resto lo conosciamo tutti) ascoltando la mia compilation preferita con l'I-pod (il giorno in cui io avrò l'i-pod probabilmente buona parte della popolazione terrestre sarà andata a vivere su marte e io sarò qui, sola, in mezzo a fumi e immondizie ad ascoltare The End) e digitando un post sul mio mac nuovo di pacca (non l'attuale portatile con i chip -ammesso siano chip e non cips- bruciati che sfrigolano come fettine di bacon sulla padella dei buffet intercontinentali.
Spero mi perdonerete. Sono nullafacente e la nullafacenza comporta alla sottoscritta una serie di patologie di cui la follia testuale è solo un minuscolo assaggio.

giovedì, novembre 09, 2006

park that car, drop that phone, sleep on the floor, dream about me

"Dio solo lo sa perchè l'amiamo così, la vediamo così, perché ce la facciamo così, costruendola attorno al nostro io per poi scomporla, e ricrearla da capo a ogni momento; eppure l'ultima delle pitocche, i più sciagurati rifiuti umani seduti sui gradini delle porte (istupiditi dal bere) non farebbero altrimenti; e per quella precisa ragione non c'è legge nè decreto che possa domarli: perché amano la vita. Negli occhi dei passanti, nella foga del brulichio cittadino, nel muggito e nel frastuono; nel trepestio e nell'ondeggiar di carrozze, automobili, omnibus, uomini-sandwich; nelle bande e negli organetti, nella nota trionfante e nello strano altissimo canto di un aereo che ronzava su in cielo era ciò che ella amava: la vita, Londra, e quell'attimo di giugno".

Com'era prevedibile sto rileggendo mrs dalloway per la seconda volta e chiedendomi seriamente come potesse non essermi piaciuto la prima.

mercoledì, novembre 08, 2006

L'asso Utubiano




Probabilmente compiendo quest'ulteriore passo tecnologico potrei snaturare il mio blog, che si è sempre tenuto alla larga dal progresso della tecnologia, non tanto come presa di posizione quanto perchè la sottoscritta ogni volta che si metteva a leggere una guida html o css si addormentava praticamente subito, manco fosse un capitolo della montagna incantata di Mann.
Detto questo ho ceduto alla tentazione del video-post forse perchè trovo in you-tube qualcosa di irresistibilmente anni '80 e primordi di videoemittenti televisive, non quella porcheria che è diventata mtv, talmente lisergica di volumi e colori che devi fare parecchia attenzione a non inciamparci con il telecomando mentre cerchi le televendite con la gente che accarezza i materassi e ti concilia il sonno.
Tutto questo per sottolineare che, se nei prossimi giorni non avrò nulla da scrivere e mi sentirò triste e annoiata potrebbe capitare che sfoderi qualche video utubiano, così, come l'asso di picche nascosto nello stivale a cerniera che fa tanto signora Rottenmaier (ma si scriveva così?).

*gagging order

Sveglia di mattina presto.
Il the che bolle nella sua brava pentolina, un occhio è già aperto sul mondo, l'altro ancora chiuso analizza i sogni notturni alla ricerca di innegabile tracce inconsce.
Sono andata a dormire tardi ieri.
Senza fare niente di particolare, semplicemente struggendomi per l'imminente fine della mia lettura (precedente post), combattendo la forte tentazione di lasciarla giacere incompiuta sul mio comodino il tempo necessario per abituarmi all'idea di restarne senza.
Leggere. Scrivere. Le mie ancore di salvezza dell'ultimo mese. Meglio, di sempre.
Certi libri sono coltelli caldi nel burro. ( in fondo sono appena sveglia, non posso pretendere una reazione intelligente dal mio emisfero metaforico).
Sto ascoltando in loop una canzoncina dei radiohead di cui non conoscevo l'esistenza o forse l'avevo rimossa. Fossi stata la regista del video (da brava figlia di mtv non è la prima volta che mi succede di pensarci ) avrei scelto come protagoniste gru e scavatrici dell'alta velocità, che si muovono al rallentatore sollevando pesi e polvere bianca e ocra. Magari sarei andata a riprenderle verso Novara, vicino all'autostrada. Il tema del video sarebbe stato il contrasto tra
l' epica lentezza di operai e oggetti meccanizzati e l' alta velocità di macchine che tagliano l'aria sulla milano/torino, treni interregionali, intercity, eurostar che disegnano frasi di finestrini attraverso la pianura e tutti che vorrebbero andare ancora più veloce, per arrivare prima, per perdere meno tempo a guardarsi intorno e ascoltare radio rai con le notizie sul traffico.
Ci dev'essere un motivo per cui non sono regista di videoclip, una sorta di predestinazione protestante (o mancanza di talento) per cui mi sarà precluso nella vita di trascorrere molte altre mattinate come questa, ascoltando il tempo che scorre, ascoltando canzoncine, scrivendo tutto quello che mi va, senza troppi problemi, senza troppi pensieri al domani.
A me piace anche andare piano.

lunedì, novembre 06, 2006

La Piccola Isolazionista

Sistema riavviato quindi.
Con difficoltà da non sottovalutarsi in quanto esistono e sono presenti al mondo (o almeno nel mio) periodi in cui pensi che sei giù e te ne vuoi tirare fuori subito senza capire che il tuo essere giù ha un significato molto profondo, (forse).
In questi casi la procedura standard consiste nel formattarsi per qualche giorno e attendere il tempo necessario prima di installare nuovi programmi.
Detto in parole spicce, si tratta essenzialmente di inabissarsi, nascondersi, prendere polvere, assumere atteggiamenti apa/socio patici.
Essere cozze.
Così ha fatto la sottoscritta e ha finito per guadagnare, oltre che un discreto numero di ore sul divano a sperimentare il fenomeno delle giornate che non passano mai, ottime letture di tutto rispetto.
Dopo il j'accuse di Saviano è stata la volta di Michael Cunningham (Le ore, meraviglioso, da cui hanno tratto un film che non ho visto, in cui credo ci sia Nicole Kidman, e mi domando fortemente perchè spesso pur non avendo visto un film mi ricordo attori e trama, dev'essere una sorta di reminescenza platonica) e Il Piccolo Isolazionista di Labranca, libro triste e geniale consigliabile se coltivate nel vostro cuore una punta di ostinato cinismo (che maschera in realtà una sconcertante malinconia per un eldorado di cui non avete mai fatto parte).

Vado a prendere il caffè.