venerdì, dicembre 22, 2006

'06









1. I was ready to be heartbroken. Senza saperlo, tra l'altro.
Ascolti una canzone, ti piace, e non sai ancora quanto finirai per innamorarti perdutamente dell'intero album. I Camera Obscura sono stati il mio colpo di fulmine del 2006. Sebbene non rappresentino musicalmente niente di nuovo sotto questo sole (c'è chi ci vede i soliti B&S, chi un po' di Lucksmiths, chi un po' tutt'e due), sono stati per me una rivoluzione di massimi sistemi, di quelle che ti spezzano il cuore e ti aprono l'ennesimo mondo di meraviglia di cui non sospettavi l'esistenza. Disco dell'anno. Punto. Perché l'ho ascoltato tante di quelle volte che ormai non ci sento più solo canzoni ma momenti, stati d'animo, persone, discorsi, conversazioni, viaggi.





(ok, non è un album uscito quest'anno ma la classifica è mia e ci faccio quello che voglio!)






2. Un disco val bene un ricordo. Anzi due.
Just Give Me Time.
Una mattina di dicembre 2006, fresca di laurea, stanca, arrabbiata forse e un vento freddissimo che spazza le strade e le foglie mentre cammino cammino e metto in discussione me stessa, decostruisco l'ordine dei miei pensieri. E quella vocina sottile che prega di darle un po' più di tempo è la mia, ne sono sicura.
In a Radio Song.
Dal finestrino sporco di grasso del tgv che mi riporta in italia per un weekend, il sole basso illumina un campo di grano in mezzo alle montagne e lo colora di rosso e arancione, c'è un cielo blu che affoga nella montagne e tutto sembra cantare. I tralicci dell'alta tensione, le nuvole, il mio cuore.












3. Sufjan sta diventando una sorta di religione personale.
Disco che non è al primo posto unicamente per il terrore di incorrere nella sindrome da rifiuto
post-ascolto ininterrotto per mesi e mesi.
I 35 secondi di In This Temple As in the Hearts of Man for Whom He Saved the Earth sono qualcosa per cui vale la pena di vivere, alzarsi la mattina e prendersi tutti i vaffanculo del caso.
Poi sui motivi per amare Sufjan, uno dovrebbe fare una classifica a parte.









3. Perché certe cose sono belle a priori.
Prima ancora di ascoltarle, solo soffermandosi sull'immagine ironica e buffa di qualcuno che ha fatto dei musi lunghi una poetica ragione di vita. Morrissey è Morrissey. Epica allo stato puro. Qualcuno che sottolinea il passare del tempo con la sua voce profonda e malinconica, l'ultimo eroe romantico in un mondo musicale che crea gruppettini pop a ogni batter di ciglia. L'ultimo demodé. E il migliore.









4. My life in rooms. Che è un titolo ma anche un manifesto
dell'ultimo anno.
La mia vita in una cameretta, anzi in diverse, senza riuscire ancora a capire quale mi appartenga più delle altre. Un disco di suggestioni e non detti, che non descrive il tutto ma indugia sui particolari microscopici, l'ideale per i momenti in cui si fa fatica persino a guardarsi le punte dei piedi.










5.Perchè il concerto al PalaMazda è stato qualcosa di mistico.
Anche arrivare a Milano quel giorno, tre ore di coda in autostrada, un incubo, la quasi delusione di perdersi un evento che si sogna da qualche anno ormai, e lo si immagina perfetto, coinvolgente, favoloso.
E poi il miracolo, una volta lì, accorgersi che è tutto vero e stamparsi in faccia una sorriso da allacciare dietro la testa per parecchi giorni.

*Altro ripescone vintage.







6. Devendra è il mio modo di sorridere quando gli angoli della bocca raggiungono depressioni storiche.
Quando mi prende quel desiderio di viversela più alla leggera, di essere meno consapevole. Di certo è la canzone più bella del mio '06, The Body Breaks che ho finito per inserire nella colonna sonora del mio primo spettacolo teatrale perchè non sopportavo l'idea di separarmene in un momento importante.









7. Il disco dell'autunno per eccellenza.
Le prime piogge, i primi freddi, dentro/fuori. Quel gran casino di intenzioni che l'autunno porta sempre con sé.
Guidare attraverso le nebbie autostradali del canavese, con il paesaggio grigio cancellato dall'acqua, sentendosi come una pallina di carta stroppicciata ma pur sempre coerente con i propri ideali. Certe cose hanno un prezzo alto mica per niente. Bonnie Prince Billy lo sa.









8. La musica francese non è poi così male.
Un giorno dei primi di maggio ho comprato un giornale di musica francese che forse era Les Inrock o forse non me lo ricordo più. Fatto sta che tra la difficoltà di tradurre ogni articolo riga per riga mi imbatto in uno speciale sulla faccina carina di Camilla. Alcune foto parecchio belle la ritraggono tutta aggrovigliata da un filo, (dall'album Le Fil), che poi non si capisce bene se la sta imprigionando o se è solo un abito, una protezione, un rifugio. L'idea che mi sono fatta io, ascoltando Vertige è che fosse proprio questione di vertigine, la stessa che provano gli uccelli quando volano troppo in alto. La stessa di chi è attraversato da troppi fili.








9. Vinicio protegg-e(-ici)
Folclore + tradizione + latino +alcool. No.
Atmosfera + arcano + religione + blasfemia. Nemmeno.
Difficile trovare una definizione corretta di ciò che Vinicio fa e che per me non è mai stata e non sarà mai solo musica. Nello strano mondo delle sue canzoni, sembra comparire molto spesso qualcosa di giusto onesto e profondamente sincero che manca invece assolutamente al mondo reale di persone perbene.









10. I Beirut io all'inizio mica li avevo capiti molto.
Mi piacevano e nel contempo mi davano fastidio. Me li sono portata in valigia come accade che ci scivoli dentro un oggetto strano e del tutto inutile ai fini di un viaggio (ma che, col passare dei giorni si rivela indispensabile). Gulag Orkestra lo ascoltavo in Francia. Quando dell'Italia mi andava di ricordare davvero poche cose. Postcard from Italy è una salita umida di pioggia, la mattina presto, attraverso un parco pieno di profumi, con il terriccio morbido sotto i piedi.

3 commenti:

Enzo ha detto...

Preso nota per i prossimi acquisti-barra-scaricamenti...Abbiamo in comune solo Sufjan e Vinicio, ma meglio così, ci sono più cose da scoprire e territori nuovi da esplorare...bella idea questa del "consuntivo" annuale, spero di avere tempo per farne uno analogo anche sul mio blog...
Ciaooooo!

Anonimo ha detto...

a condivido quasi tutta, questa classifica. E dico quasi perché Sufjan batte i Camera Obscura per molte centinaia di punti a zero, eh
:)

quel che sapeva frà ha detto...

Su Sufjan nessun dubbio. Difatti il primo posto sarebbe stato suo...ma per scaramanzia e anche un po' per coerenza personale (che è un amore da luglio in poi e i C.O. son venuti prima).