lunedì, gennaio 31, 2005

Sento il cellulare che vibra sul comodino.
ore 7.45, sullo schermo lampeggia ironico il motto "Forza, puoi farcela anche stavolta".
Solo che oggi mi sembra un po' meno ironico, sono così triste che ho paura di mettere giù un piede dal letto e sciogliermi sul pavimento.
Penso a tante cose.
>little fat baby< sparklehorse



venerdì, gennaio 28, 2005

Le coincidenze non esistono.
E' semplicemente il nostro stupore di fronte a segni rivelatori, come se da dietro un palcoscenico qualcuno ci suggerisse le parole che danno l'unico senso possibile alle nostre battute.
Cielo acquerelloso oggi, si ascoltano Explosions in the sky (Time stops) e Sparklehorse (Comfort me) in attesa del tardo pomeriggio per andare a svaligiare il mercatino dell'usato con amanda alla ricerca di vecchi nastroni jazz (l'ultimo di Nina Simone è la chicca da viaggio più straordinaria che mi sia capitata tra le mani negli ultimi anni, il tutto per la modica cifra di 1 euro e 50 cents, yu-hu!) e di supplire al freddo e alle proprie magagne personali con dosi massicce di cioccolata calda all'arancia in compagnia del fido ermes.
Ma si stava parlando di coincidenze e perchè?
Perchè elena mi manda una poesia di Kavafis che si intitola

"Quanto più puoi"
Farla non vuoi la vita come vorresti?
Almeno questo tenta quanto più puoi: non la svilire troppo nell'assiduo contatto della gente, nell'assiduo gestire e nelle ciance.
Non la svilire a furia di recarla così sovente in giro, e con l'esporla alla dissennatezza quotidiana di commercio e rapporti, sin che divenga una straniera uggiosa.
E questa mi sembra una "coincidenza" bella e buona, se teniamo conto della mia presente intenzione di restare per i fatti miei a parlare con questa straniera uggiosa nel tentativo di capire com'è che ci siamo perse di vista ultimamente.
bah.

sabato, gennaio 22, 2005

.... sabato sera.
> I wish
Vorrei un lettore cd che non saltasse ad ogni sobbalzo e non mi costringesse a una camminata lineare e molleggiata che mi fa apparire ubriaca anche quando non lo sono.
Vorrei che facesse meno freddo perchè sono stufa di mettere i guanti, mi danno fastidio.
Vorrei avere più soldi e non avere finito il tabacco.
Vorrei non avere mangiato quella disgustosa insalata ieri sera che sapeva di cassetta della verdura marcia.
Vorrei ascoltare in loop per tutta la notte "Grace Cathedral Hill" dei Decemberists.
Vorrei andare al mare.
Vorrei un hamburger cotto con tutti i sacri canoni.
Vorrei bere una birra degna di questo nome.
Vorrei mi cadessero le orecchie e mi seccasse la bocca.
Vorrei avere il tempo necessario per perseguire con la dovuta dedizione il mio mood malinconico.
Vorrei andare a nanna presto.
Ma soprattutto vorrei un enorme paio di forbici con cui ritagliare un angolo di felicità per tutte le persone che conosco.
Me compresa.

martedì, gennaio 18, 2005


...nevica.
Qualcuno ha esaudito i miei desideri!
Non ne potevo più di tutto quel grigio.
Peccato per la povera amanda che domani ha l'esame di pratica per la patente...
...la prossima volta aspetterò un giorno prima di strofinare la lampada.

sabato, gennaio 15, 2005

La mattina inizia sempre a tradimento.
Mi sveglio di colpo e realizzo che è già iniziata da un pezzo, c’è un sacco di gente che si sta dando da fare mentre io sono ancora distesa tra calde coltri.
Un incredibile sovraccarico di attività viene sistematicamente rimbalzato via dalle pareti della mia stanza.
Accendo il cellulare e leggo con occhio sfuocato i messaggi di chi è più mattiniero o notturno di me. Stiro le gambe e con i piedi spingo le coperte in fondo al letto. Qualcuno accenda lo stereo, ho bisogno di una canzone subito se no non mi alzo più.
Una qualunque, basta non sia Max Pezzali.
Il mio gemito shrekiano riecheggia per le stanze vuote della casin casina, il babbo è a torino, franca e amanda a scuola (chi a insegnare chi a fingere interesse).
Ancora una volta il premio “migliore fancazzista” della situazione se lo aggiudica la sottoscritta.
Così finisce che riesco a tirarmi su da letto e metto su un cd a caso ma è Bob Dylan, e mi bastano pochi secondi per capire che ascoltare Bob a casa, sola, con la solita nebbia fuori dalle finestre mi indurrebbe a una forte esigenza di trip da acidi. Ne metto su un altro e viene fuori “La verde milonga” di Paolo Conte.
Che con l’atmosfera di stamane ci azzecca come i cavoli a merenda.
Non ho più la forza di cercare e vado a farmi un the decidendo il da farsi. Paolo Benvegnù? Basta, per carità, lo canto praticamente tutte le mattine –Mare verticale- -E’ solo un sogno- -Cerchi nell’acqua- che non sono mica canzoni da doccia ma invece sì, io le canto mentre passo l’aspirapolvere nella stanza, mi piacciono da morire.
Alla fine succede che mi sparo i Flaming Lips, a cominciare da “Do you realize?” anche se mi fa un po’ titoli di coda da filmone e in realtà siamo appena all’inizio della giornata.
Mi ritengo abbastanza soddisfatta.
Poi sul tardi passa arbore, che era un mucchio che non la si vedeva più e mentre lei mangia pizzette io bevo il caffè riscaldato del discount che è buono di brutto.
Non riesco a uscire dal circolo vizioso del dolce far niente-

venerdì, gennaio 14, 2005

Ho letto, da qualche parte nella biografia di Hemingway di Fernanda Pivano, che Ernest H. si alzava tutte le mattine canticchiando canzoni, di qualunque umore fosse.
Ecco quindi una cosa che mi accomuna al grande scrittore.
Peccato che in questi giorni la mia voce alla Tom Waits non mi permetta grandi gorgheggi, al massimo brevi e terrificanti rantoli da doppiatrice di Predator.
Per cui, appena sveglia, ancora con gli occhi chiusini chiusini da piccola lontra landese, mi alzo nel freddo polare della stanza e pigio play sul polveroso stereo (nella battaglia tra me e mia madre in merito allo "spolvero io/lo spolveri tu" sta vincendo la polvere quattro a zero).
Stamane Pink Martini a tutto spiano, un'atmosfera da lounge bar del caribe che con tutta 'sta nebbia è proprio ciò che mi ci vuole.
Quasi quasi non esco nemmeno, ho paura di perdermi là fuori.
Però c'è la garanzia della digital machine da firmare, il mattonazzo di storia del cinema da prenotare, il caffè da prendere con la diana, il pranzo da consumare con louise.
Vorrà dire che ancora mezz'oretta, il tempo di recuperare il 90% delle mie facoltà motorie e mi tufferò nell'umido pulviscolo atmosferico.
Yahuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu.
Almeno un urlo sullo schermo mi riesce di produrlo.

domenica, gennaio 09, 2005

Prendi una domenica pomeriggio di Gennaio, una qualunque.
O quasi, dato che il giorno dopo ricomincia tutto l'università, le persone viste con frequenza, i chilometri di appunti, i panini consumati di fretta senza gusto, i caffè al banco, le lezioni, i prof, gli sguardi attraverso i vetri delle aule.
Prendi me che mi sparo 40 chilometri per andare a ricevere un pacco come si deve, nessun ragazzino che si presenta alla riunione e allora rischizzo indietro con la mia fiesta incrostata di fango e il lettore cd sulle ginocchia mentre guido perchè se no saltano le canzoni. Prendi Mazzy Star e Cat Power e gli Iron and Wine.
Prendi delle campagne che sono tutte grigie, ma di un grigio dolce sommesso, una specie di sospiro sottilissimo di nebbia sulla terra.
Insomma, come direbbe qualcuno, per oggi va bene così, non chiedo altro.

sabato, gennaio 08, 2005


Stamattina, in vena di pazzie come al solito, ho svegliato Amanda mettendo nello stereo a palla la mitica canzoncina "Sugar paraparapapà oh honey honey" (naturalmente non si intitola così ma era per fare intendere a cosa mi riferivo) e le ho preparato una faraonica colazione a base di untissimi pancakes e marmellata di fragole e spremuta di fottuti mandarini (fottuti perchè ne spremi cento e ti viene fuori un bicchierino scarso scarso). Comunque dopo esserci fatte venire una nausea senza fine (Amanda ha anche avuto il coraggio di farcirne uno con delle sottilette disciolte nel microonde) siamo uscite a fare un paio di commissioni e io ho cercato invano di investire alcuni pedoni poco solleciti nell'attraversare le strisce pedonali. Adesso è ora di pranzo e credo sia giunto il momento di andare in cucina a scongelare i bocconcini di pollo. Oggi si mangiano solo schifezze nel caso non si fosse capito.

venerdì, gennaio 07, 2005

on air > The Concretes “Sunsets”
Adam Green “Mozzarella swastikas”
Bloc Party “The answer”

Nebbia.
Tantissima nebbia, se guardo attraverso i vetri della finestra il mondo di fuori sembra scomparso.
A te la nebbia piace perché dà un senso di mistero anche alle cose più scontate, me l’hai detto l’anno scorso, quando ci siamo visti per un caffè e io tremavo come una foglia, non riuscivo nemmeno a stringere le mani per bere la mia tazza di caffè, l’ho lasciato raffreddare.
Mi fa strano pensare a un momento come quello, in cui ancora non sapevamo che non sarebbe andata bene, o forse io lo sapevo già, ma facevo finta di niente e speravo di sbagliarmi, di convincermi che stavamo all’inizio di qualcosa di splendido.
Quanto poche sono le cose che riusciamo a intuire del nostro futuro e quanto grande invece è la nostra personale convinzione di potere prevedere la maggior parte degli eventi.
Ho dormito tantissimo oggi, un sonno profondo e lontano in cui mi sono abbandonata a sogni e pensieri di persone, e c’eri anche tu.
Quando mi sono svegliata e ho visto la nebbia che era cresciuta a dismisura insieme all’oscurità, avrei voluto telefonarti ma ho lasciato perdere nel terrore di pronunciare frasi stupide e banali che non ti sarebbero state di nessun aiuto.
Mi dispiace tantissimo per il tuo amico scomparso nel maremoto, per la sua ragazza, deve essere terribile non potere salutare qualcuno per l’ultima volta, non poterlo nemmeno vedere.
Questo mi insegna che dobbiamo vivere le persone fino in fondo quando le abbiamo vicine, perché per quanto banale e crudele possa essere, non esiste la sicurezza assoluta che l’indomani basterà un colpo di telefono per ritrovarle di nuovo accanto a noi.
Così.
Né triste, né felice, solo con una gran voglia di uscire a fare due passi sperando di non essere inghiottita dalla nebbia.
Ancora due giorni di vacanza.

martedì, gennaio 04, 2005

E così oggi...Genova. Perchè Amanda voleva andare a vedere "Arti e Architettura" e io anche se non ero troppo convinta alla fine l'ho accompagnata e menomale. Nel complesso la giornata è stata piuttosto cool tranne per il fatto che non mi è riuscito di rinvenire una copia de "Le città invisibili" di Calvino nemmeno nelle plurime librerie genovesi. Ma domani a Torino ne troverò una per forza, ne sono sicura. Cmq, dicevamo, una figata paurosa. A cominciare dalla città che non mi ricordavo così piena di umanità di vario tipo e il porto con il mare luccicoso di sole e quei posti fantastici che mi piacciono un casino come i portici fetidi e le viuzze e le bancarelle di paccottiglia cinese, avrei fotografato tutto giuro. Fortunatamente Amanda mi ha strattonato verso la retta via, in direzione dell'esposizione opere dando inizio a un serrato tour de force in cui io scattavo e lei carica di borse, sciarpe e sacchetti vari, annotava sulla moleskine quello che stavo fotografando. Fatto sta che per via della sua calligrafia nordica è stata ben presto ribattezzata "My nordic assistant" mentre io mi sono guadagnata il soprannome di "The fucking photographer" per via dei miei modi bruschi e canzonatori. Indimenticabile la figura di merda a cui entrambe abbiamo contribuito sparando un'epopea di cacchiate in francese sul costruttivismo russo (argomento di cui possiedo un numero di nozioni pari allo zero assoluto)proprio di fronte a una coppia di attoniti turisti, scopertisi francesi d.o.c. qualche sala dopo, che ci hanno lanciato profondi sguardi di sgomento e sospetto. Come al solito inoltre, le guardie del museo si sono raccomandate con me di non rovinare i quadri con i ganci della borsa militare e mi hanno seguita col cuore in gola mentre agitavo la penna a mezz'aria per annotare i progetti più fichi. Devo ricordarmi di vestirmi un po' meglio quando prendo parte a questo genere di manifestazioni. Vabbè. Di cose da dire ce ne sarebbero tante altre, ma bisognerebbe essere stati lì, insieme a me e al mio nordic assistant, e forse anche così alcune cose non sarebbero risultate chiare lo stesso, ma è stata una bella giornata e sono felice e quindi basta, direi che basta così.

lunedì, gennaio 03, 2005


.::buon anno::.