lunedì, ottobre 17, 2005

Dead or alive (la prima che hai detto)


Oggi uscendo dalla biblioteca avevo malditesta in tutti questi punti.
Forse perchè mi sono accorta di avere saltato a piè pari un capitolo del libro di settanta pagine e mi sembrava di essere già davvero molto avanti.
Forse perchè studiare Derrida è come prendersi a cartoni con John Cena dopo essere rimasti a letto con l'influenza per quindici giorni.
Enelis mi guarda e dice che ho la faccia completamente stranita, se c'è qualcosa che non va.
So' stanca morta, porcavacca, ecco cosa non va. Niente turbe esistenziali, nessun tipo di depressione, l'unico problema è che ho le gambe molli come un budino nestlè.
Il peggio di non avere tempo di prendersi una pausa è non avere tempo di prendersela proprio nel momento in cui potrebbe farti rifiorire come un croco in mezzo alla neve.
Non mi si vengano a raccontare porcherie tipo fatti un bagno caldo, bevi un bicchiere di vino, prenditi una giornata libera.
Devo consegnare qualcosa entro il sette novembre.
Per il momento sono a quota due blocknotes pieni di graffiti di ogni tipo, circa un centinaio di articoli carpiti dal web ancora da consultare e zero righe scritte in maniera decente, ordinata e presentabile.
Ce la farò.
Lo so più che bene.
Sono sempre stata donna che ama le sfide impossibili, le vette irraggiungibili, le faticacce tremende.
Il problema è che, a continuare di questo passo, arriverò alla laurea con un colorito degno di Intervista col Vampiro, gli occhi da "mi sono appena presa a botte con John Cena e lui ha avuto la meglio" e la capacità verbale di Daniele Interrante (oggi vorrebbi parlare di una roba che leggei neli ultimmi messi)
God save me.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Però Interrante si è fatto la Melissa Satta...

quel che sapeva frà ha detto...

oltre il danno anche la beffa. almeno una notte con enzo paolo turchi la pretendo.

Anonimo ha detto...

Ti capisco al cento per cento, per questo genere di cose posso dirlo senza paura di sbagliare.
La mia tesi per la laurea di I livello mi ha distrutto allo stesso modo (magari un giorno ti racconterò), se non peggio. Alla fine, però, rimane una soddisfazione grande, davvero. Bon courage, fra...

Lucio