Piove e mi sono un leggermente stufata di vedere il cielo grigio, tutto, completamente, neanche uno straccettino di azzurro da nessuna parte.
Mi sveglio presto la mattina e vado in biblioteca a scrivere forsennatamente sui miei mille taccuini. Mentre scrivo penso che a casa ho un portatile e che potrei trasferirli direttamente lì e dimezzare i tempi di stesura.
Ma sono una donna all'antica io, non riesco a studiare sullo schermo di un computer, le parole ho bisogno di farle scorrere dalla testa alla carta attraverso una mano, possibilmente mia.
Poi.
Mi paccano per la piscina, nessuno vuole venire a smaltire un po' di ciccia con me.
A me non frega nulla della ciccia, mi andava solo di riuscire a fare due parole con una persona che ultimamente mi dà come l'impressione di stare cercando di svignarsela.
(Pattipatti sei giustificata, in quanto in preda a deliri lavorativi)
Ho come quella sensazione che se dovessi distrarmi più del dovuto infilerebbe la porta e via, lontano, come tante altre.
Solo che per il momento gli tengo gli occhi addosso.
In un anno ho perso un paio di amiche con la "a" maiuscola, che poi è diventata corsiva e poi minuscola e poi è scomparsa.
Perdere anche un amico con la "a" che per ora si è solo sbiadita un pochino mi farebbe soffrire parecchio.
Quindi in realtà sono un'egoista, perchè voglio tenermi strette le persone a cui voglio bene.
Mah.
Derrida mi sta dando alla testa, voglio il sole, voglio non avere più freddo ai piedi, voglio che qualcuno mi infili sotto la porta un foglietto con la soluzione punto per punto ai miei problemi di relazioni sociali.
giovedì, ottobre 06, 2005
Allucinazioni da tesi II (cold pippe)
quel che sapeva
quel che sapeva frà
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