Un’ora di smorfie nel corridoio di un’ospedale con un bambino che avrà avuto 4 anni e mi ha regalato una serie di sorrisi talmente carini che quasi quasi mi scioglievo lì sul pavimento.
In mezzo a tutte quelle persone arrabbiate o nervose per la coda, vecchie, giovani, stanche, impazienti c’eravamo io e lui che ci divertivamo come matti a farci le boccacce da una parete all’altra, senza bisogno di parlare.
Mi piacciono tanto i bambini, hanno quella luce speciale che ti aiuta a credere ancora che il mondo non fa proprio tutto schifo ma ci sono delle cose talmente belle che non sai nemmeno capire bene com’è che funzionano, come fanno a essere così splendide.
Sono rimasta lì seduta sulla mia sedia con il mio biglietto rosa in una mano e nell’altra una pallina da fare scorrere sul pavimento, sotto le gambe dei dottori, delle infermiere, di Alberto, che rideva, rideva felice, e sembrava proprio divertirsi un mondo, a giocare con un gatto che si avvicina un passo alla volta e miao, mica mi prendi.
Alla fine è andato via con la mamma e il papà, mi ha fatto ciao con la mano proprio un attimo prima che entrassi nella sala prelievi.
-ciao-
La mano che si apre e si chiude.
-Apra e chiuda la mano. Ancora un po’. Ok grazie basta così-
Distesa sul lettino chiacchiero col dottore di piscine e zanzare.
Forse è vero che si finisce col farsi l’abitudine ad ogni cosa, io che ai miei primi esami del sangue sbiancavo e andavo giù come un sasso, mi sono limitata a fissarmi le all-star azzurrognole e a fare qualche battuta sull’iper-apprensività di mia madre.
Non ho sentito quasi niente, mentre il sangue correva nel tubo verso le provette, una, due, tre, quattro, io nella testa vedevo Alberto che mi faceva la lingua e i denti bianchissimi e mi mandava i baci dondolandosi come un peluche.
-Finito. Sta bene? Per i risultati tra una settimana, arrivederci-
Sì grazie, arrivederci.
Chissà poi se le persone si incontrano per caso o per un motivo ben preciso, per non essere troppo tristi, per non sentirsi soli, per non avere paura.
mercoledì, giugno 08, 2005
quel che sapeva
quel che sapeva frà
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6 commenti:
spero niente di grave...
Ciaoo Rob
Quano vorrei crederci...
quando le mie difese immunitarie sono deboli, allora sogno di inocntrare una persona che custodisca le mie paure
(babatikidido)
In realtà Rob erano esami per l'ammissione a chi vuol essere milionario, il prelievo me l'ha fatto Gerri Scotti vestito da crocerossina....bleah!
...Lucio, e piantala di firmarti tanto lo so che sei tu, si capisce da come e cosa scrivi, hai un tuo luciostyle.
Baci homines.
vedi cosa succede a fare all'amore senza precauzioni?
Adesso una 15ina di gg di angoscia...
Henry
Nel commento precedente avevo scritto che quel figlio era tuo ma poi mi sono ricordata che sei sposato e che avrei potuto compromettere il tuo matrimonio con la mia solita vena di cameratismo. Comunque non importa, lo crescerò da sola, egoista! :-P
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