venerdì, giugno 24, 2005


§ Ieri notte: mezzanottemezza.
...succhiata via dalle zanzare letteralmente, ho le gambe devastate come se avessi trascorso la serata a vagare nelle paludi vietnamite con l’acqua fino alle ginocchia.
E me ne frega ben poco a dirla tutta, mi sdraio sul letto e continuo la lettura di Metapop, acquisto nuovo di pacca, il giorno in cui riuscirò ad uscire da una libreria senza aver comprato niente forse potrò dire di esserne fuori.
Moby Dick rimasto aperto sul comodino mi lancia un’occhiata di gelosia ma lo tranquillizzo subito accarezzandogli la copertina
–Continuerò a leggerti tesoro, questo è solo l’entusiasmo della novità-.
E va a finire che ne leggo due insieme come al solito.

§ Stamattina: orecinque.

...di nuovo sveglia a un’ora davvero improbabile, e considerato il click della mia abat-jour scattato alle ore due, la cosa ha davvero del patologico. Neanche Giovanni Soldini durante l’Around Alone dormiva così poco. Dato che sono in camera mia e non su una barca a vela dispersa nel Pacifico, decido che alzarsi è una mossa assolutamente azzardata e che è il caso che cerchi di riprendere sonno. Così cerco con il braccio prensile di raggiungere il lettore mp3 sul pavimento e mi accendo la voce sottile di Emiliana Torrini nelle orecchie…(summerbreeze)

§ Stamattina: orenove.

...quando mi sveglio di nuovo Amanda ha preparato il caffè freddo con l’amaretto per colazione. E’ divertente, insomma, c’è gente che beve latte e cereali mentre io e lei stiamo sedute sul balcone a sorseggiare questo beverone terribilmente alcolico (alla piccola sorella è scappata un po’ la mano).
Si evitano con accuratezza chirurgica discorsi troppo impegnativi, maturità per lei, problemi di amicizie per me. Si parla dell’eccessivo tasso alcolico della colazione e di quell’insopportabile volpino del palazzo di fronte che da quasi tre ore si esibisce in un festival di petulanze canine.

§Il futuro non può attendere: nelleprossimeore.

... io che devo raccogliere il mio coraggio, sperando di riempire qualcosa di più di una tazzina di caffè e andare da una persona a dire la famosa verità, che poi sarebbe che sono felice, felice a quel punto in cui non hai più il controllo della situazione e te ne accorgi, e inizi ad avere paura, paura che qualcuno possa arrivare da un momento all’altro a chiederti di restituire il tuo premio fino all’ultimo cent e allora probabilmente finisce che non dormiresti mai, perché mentre dormi ti perdi qualcosa, dei momenti, delle sensazioni, dei pensieri.
Solo che ho idea che la mia felicità la renderà parecchio triste.
E mi dispiace che si debba obbligatoriamente scegliere se salvare capra o cavoli.
Ma questa volta la capra mi ha esplicitamente belato contro che –se non scegli me, saranno cavoli amarissimi- e io l’ho ascoltata.
E ho fatto bene.



3 commenti:

Anonimo ha detto...

Sul sonno, e sulla sensazione che mentre dormi ti stai perdendo qualcosa.
Sulla felicità inontrollabile, che la senti scorrere e ne hai paura e dici: Ehi, io non posso mettere da parte tutti i contorni che faticosamente mi sono costruito attorno, io non posso essere così irresponsabile!
Sulla musica che salva.

Sul fatto che, pensiero semplice e inutile, mentre ieri notte suonavano gli Yuppie Flu, mentre suonavano Drained by the diamonds, o Eyes of dazzling bright, io pensavo a te, che saresti stata felice di sentirli, fra zanzare, caldo, e travolgenti pensieri travolgenti.

Anonimo ha detto...

pepe continua a leggerti

quel che sapeva frà ha detto...

Grazie Lucius. Del pensiero, delle sempre splendide parole. Pepe il tuo inquietante murales mi ha fatto ridere e un bel po'.