Il mondo è una tazza di latte in cui galleggiano un mucchio di biscotti diversi.
Ogni tanto ne tirano su qualcuno col cucchiaio e avviene un rimescolamento, nuovi biscotti si incontrano mentre quelli più vecchi cominciano a disfarsi e diventano briciole che non scompaiono ma si posano sul fondo.
Un gran movimento di biscotti insomma.
Deve essere perché ho avuto la malaugurata idea di comprare al supermercato i Frollis, accattivata dalla confezione giovane e dal mio insano desiderio di trovare una nuova assuefazione alimentare cui dedicarmi.
Deve essere che mi sento un biscotto che col tempo si inzuppa sempre più di vita e di esperienze e allora stare a galla diventa sempre più complicato ma sul fondo ci sono le briciole e per carità io non ho ancora voglia di diventare una briciola.
Deve essere così.
Come se con le nostre pretese causalistiche ci ritenessimo in grado di indovinare che gusto avrà la tazza quando ci saremo sciolti quasi tutti e se piacerà a chi la porterà alle labbra.
Tutto questo per dire che.
Ieri ho conosciuto un biscotto nuovo che mi ha illuminato con i suoi discorsi.
E di cui vorrei dire a,b,c,d, z e altri milioni di lettere dell’alfabeto.
Però ho paura di rovinare tutto, di diventare un cucchiaino demolitore.
Quindi mi limito a ringraziarlo ancora, con un grazioso inchino da biscotto, e con l’augurio di incontrarlo di nuovo, un giorno o l'altro, lungo le infinite vie di questo latte macchiato.
venerdì, luglio 08, 2005
biscuits
quel che sapeva
quel che sapeva frà
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commenti:
Quando si incontrano certi biscotti, ma intendo certi proprio che ce ne sono uno o due al mondo con quel gusto e quel colore e quelle caratteristiche e tutto, quando li si incontra e li si mangia e gusta in un certo modo, io trovo che il silenzio sia il miglior modo per andare avanti.
Silenzio che non sa tradurre i pensieri in parole, che se no poi finisce che si balbetta.
Silenzio che dietro la tenda in controluce nasconde i ringraziamenti, e le speranze semplici.
Silenzio che è meglio che parli la musica, che lei è un linguaggio che non balbetta e che è più ancestrale dei pensieri.
La a, la b e l'alfabeto sono falsi, traditori, demolitori. Sì.
Posta un commento