Sveglia da un'oretta ormai.
A dire la verità sono passati venti minuti dalla fanfara del cellulare al rumore delle mie ossa scricchiolanti che si alzavano dal letto, ma ritengo già cosa più che soddisfacente l'essermi levata dal mio giaciglio prima delle dieci e trenta.
Che peccato, se penso che questa vita da giovin signore avrà termine lunedì quando il nuovo terribile anno accademico si aprirà davanti a me in tutta la sua cattiveria disumana (sei ore di lezione il primo giorno di cui una alle nove, arrivo in ritardo di fisso).
La mia ultima settimana di vacanza!
Cacchio, avrei voluto passarla in modo mitico, colazione al bar tutti i giorni, gite al mare, weekend qua e là, mostre, manifestazioni...in uno stato di perenne sovraeccitazione alcolica ed euforia globale.
Invece mi sono trascinata in giro guardando con preoccupazione il magnetino del calendario che si spostava inesorabilmente verso il fine settimana. Fortunatamente l'ausilio di un'ottima colonna sonora (giorgio gaber e domenico modugno a go go) mi ha permesso di non precipitare in un baratro di depressione autocommiserativo.
Ho quasi finito "L'omino verde" su cui per il momento sospendo il giudizio.
Non so se dire che è abbastanza carino o invece è una boiata senza precedenti. Voi nel dubbio non compratelo. Quella maledetta casa editrice è famosa per confezionare copertine fichissime che calamitano l'attenzione di tutti. Un giudizio obiettivo che mi sento di dare è che la copertina del libro è sicuramente più fica del contenuto del libro stesso.
Cmq aspetterò l'ultima pagina, ieri sera me ne mancavano cinque ma avevo gli occhi come quelli di un lemure e ho preferito spegnere la luce.
La cosa positiva della giornata è che da quando sono sveglia non ho ancora detto una sola parola. Nemmeno uno sbadiglio, un lamento, un qualsiasi "mmm" mattutino.
Niente di niente.
Favoloso.
giovedì, settembre 30, 2004
quel che sapeva
quel che sapeva frà
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