sabato, settembre 25, 2004

Dire che sono stanca è un eufemismo.
Sono totalmente devastata. Ferma al semaforo in macchina con laura che mi ripete sette volte “verde, verde” prima che il mio cervello riesca a recepire il messaggio “Ehi è verde, muoviti”. Fortuna che quelli della macchina dietro stavano limonando e non si sono accorti di nulla.
Sono andata a sentire un pezzettino di uno spettacolo in piazza per il centenario di Pablo Neruda. Se ne sapeva quell’uomo. Qualche tempo fa avevo fatto una quarantott’ore di full immersion delle sue poesie. Belle, talmente belle da essere senza tempo e plurisignificanti.
Peccato che stasera facesse un freddo fottuto e in piazza oltre agli interessati fossero presenti folti gruppi di ragazzine schiamazzanti in minigonna. “Forse urlano per scaldarsi le cosce”.
Dio, ma anch’io a quattordici anni ero così insensibile al freddo e al comune senso del pudore? Sto diventando vecchia, tra non molto sarò di quelle che si lamentano per il freddo, per le mezze stagioni, e per le deludenti leve della nuova generazione.
Oggi pomeriggio nel tentativo di assopirmi ho guardato “Luce dei miei occhi”, film di certo non nuovissimo che ho però acquistato dato il modico prezzo di euro 4 e 90.
Alla fine non sono riuscita ad addormentarmi. E mi è pure piaciuta la storia di Lo Cascio-Morgan extraterrestre in un mondo di alieni che pensano solo a se stessi e ai loro problemi. Non male.

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