Di ritorno dal matrimonio di mia cugina...con la testa piena di sensazioni lascio che le immagini delle risaie dorate sotto la luce del tramonto mi scorrano sul viso.
Penso ai miei amici che in questi giorni litigano furiosamente, ai loro volti tirati, alle loro parole taglienti.
Penso ai miei amici che non si parlano e sono arrivati a non sopportare la presenza l'uno dell'altro. Che si rinchiudono nella rabbia e cercano affannosamente di consumare le corde che fino a ieri li tenevano legati stretti.
E mi fanno un male al cuore incredibile.
Quante volte è successo anche a me, di dare fuoco a interi mazzi di momenti indimenticabili solo perchè qualcosa era andato storto.
Per una parola di troppo, per un gesto mancato, per un atteggiamento che avrebbe dovuto essere diverso da come invece è stato.
Ci sembra sempre così facile accanirsi su una serie di episodi negativi; a volte riscontrare negli altri mancanze e difetti diventa un'abitudine quotidiana.
E finiamo per dimenticarci dell'amore. Lo diamo per scontato. C'è, è lì, non serve prestargli attenzione.
Davvero ormai viviamo in un mondo in cui sempre più le cose che hanno significato sono quelle che fanno scalpore, quelle che attirano l’attenzione della maggior parte.
Alziamo la voce, urliamo, provochiamo, litighiamo.
I gesti eclatanti, i punti esclamativi, le cose abbaglianti sono tutto quello che facilmente si imprime nella nostra memoria. Ricordiamo il grande, dimentichiamo il piccolo.
Stiamo perdendo l' occhio per i particolari nascosti, per le sfumature, per i ricordi, per i sottintesi, per i sussurri.
Quanti gesti d’amore restano insignificanti proprio perché nessuno si accorge della loro presenza.
E tutto questo è un mondo che perdiamo ogni volta che corriamo troppo nel giudicare una persona, una situazione, ogni volta che decidiamo di non soffermarci per non perdere tempo. Ogni volta che pensiamo che andata come è andata, ormai tornare indietro non serve a niente.
Crediamo di poterci liberare con noncuranza di tutti quei frammenti che hanno fatto parte del nostro essere, persone, ricordi, esperienze.
Ignari che saremo destinati a sentirci per sempre incompleti e mancanti. Che ogni volta che qualcosa non tornerà dentro di noi, tutti quei giorni in cui ci mancherà proprio quel pezzo di cui ci siamo liberati senza pensarci troppo, davvero non esisterà modo per recuperarlo.
Resto convinta che l’amore più grande sia quello che si nasconde nei gesti più umili, nei gesti che senza fare rumore, senza cercare un applauso sono capaci di lasciare il segno. I gesti di un amore che non vuole apparire ma soltanto essere.
“Accorgersi di chi ci ama” potrebbe essere il titolo di un esercizio divertente ed utile: provare ad indovinare (osservando chi ci circonda) quante persone ci amano profondamente.
Succederà sicuramente di avere una qualche sorpresa.
E questo è quello che vorrei che facessero i miei amici ora. Ripensare a tutti i dettagli e lasciare andare la rabbia, mettere da parte l'orgoglio. Lasciarsi investire da quell'amore che li ha sempre legati, imparare a riconoscerlo sempre e comunque.
Anche quando ci si convince di aver perso il bandolo della matassa della propria amicizia. Che resta nascosto nel profondo, dietro alle parole pesanti, alla rabbia, al dolore.
sabato, settembre 18, 2004
quel che sapeva
quel che sapeva frà
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2 commenti:
Gia...
per quello che hai scritto sono senza parole.
hai sempre questa magica capacita' di chiarire le idee agli con delle semplici parole ordinate.
se fossi un uomo m'innamorerei di te, anche se in fondo lo sai che ti amo...
ascolto de gregori, pezzi di vetro,e leggo quello che la tua mente partorisce, e si crea quella solita strana atomosfera nell'aria,leggera e soffice.
fra, sei troppo brava! non solo a scrivere, sei troppo brava a pensare, tu hai una diottria in piu', e perdonami se a volte potrai sentire che io ancora non ci sono,ma devo fare il mio percorso, e ci arrivero' prima o poi.
spero di essere stata una delle persone che ti ha fatto sentire amata, anche se so che ti ho un po' trascurata, e mi dispiace tanto!
ti voglio bene
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