...in the sky some kind of strange sky phenomenon
In questi giorni mi sento strana.
Che come definizione non è delle migliori ma non me ne vengono in mente altre, ecco tutto.
Mi sveglio la mattina e lascio che i miei piedi mi portino in giro per la città.
Che come definizione non è delle migliori ma non me ne vengono in mente altre, ecco tutto.
Mi sveglio la mattina e lascio che i miei piedi mi portino in giro per la città.
Scatto foto dal balcone alla riseria quando si sta facendo sera, perché a quell’ora la riseria sembra un astronave, uno shuttle pronto a partire con un grande sbuffo di riso e piccioni intorno.
Ascolto il rumore dei treni quando mi sveglio di notte, e capita spesso ultimamente.
Finisco un sogno, apro gli occhi e resto lì a osservare il soffitto, la luce delle auto che passano per la strada si riflette attraverso le tapparelle. Strisce bianche che corrono parallele sulla parete.
Ascolto il rumore dei treni quando mi sveglio di notte, e capita spesso ultimamente.
Finisco un sogno, apro gli occhi e resto lì a osservare il soffitto, la luce delle auto che passano per la strada si riflette attraverso le tapparelle. Strisce bianche che corrono parallele sulla parete.
L'acqua sul comodino sfrigola.
La silhouette della scrivania, dei libri e dei vestiti abbandonati lì sopra.
Sì, è decisamente la mia stanza.
Ho cambiato canzoni sul lettore mp3 e mi si è scaricato dopo neanche metà giornata.
Ci ho messo su quasi tutto –Oh, you’re so silent Jens- (sogno un pianoforte appena sopra le nuvole e qualcuno di cui conosco bene la schiena che suona Sky Phenomenon), un po’ di Sufjan Stevens (che è diventato una specie di momento indispensabile della giornata, soprattutto se sono in macchina e sto guidando in mezzo a una nebbia leggerissima), un po’ di Feist (mi lascia sempre interdetta ma ci provo ogni volta), David Bowie (soprattutto Queen Bitch), quella canzone di Morgan che dice “lascio che le cose mi portino altrove, non importa dove”, ancora Lou Barlow (home!home!home!), Richard Ashcroft (che amo dai tempi delle sue spallate alla gente nel video di Bitter Sweet Symphony) e poi Robert Post (perché ho deciso che strizzare l’occhio al commerciale non è poi così riprovevole quando è frutto di un atteggiamento sincero).
Ho comprato delle riviste francesi per riprendere un po’ la lingua visto che forse faccio il DALF, forse.
Cioè forse mi metto a fare qualcosa e mi passa anche la sensazione di stranezza.
O forse rimane, perché è la solita fase di transizione che mi traghetterà dall’altra parte del fiume insieme al lupo, al cavolo e alla pecora.
Ho cambiato canzoni sul lettore mp3 e mi si è scaricato dopo neanche metà giornata.
Ci ho messo su quasi tutto –Oh, you’re so silent Jens- (sogno un pianoforte appena sopra le nuvole e qualcuno di cui conosco bene la schiena che suona Sky Phenomenon), un po’ di Sufjan Stevens (che è diventato una specie di momento indispensabile della giornata, soprattutto se sono in macchina e sto guidando in mezzo a una nebbia leggerissima), un po’ di Feist (mi lascia sempre interdetta ma ci provo ogni volta), David Bowie (soprattutto Queen Bitch), quella canzone di Morgan che dice “lascio che le cose mi portino altrove, non importa dove”, ancora Lou Barlow (home!home!home!), Richard Ashcroft (che amo dai tempi delle sue spallate alla gente nel video di Bitter Sweet Symphony) e poi Robert Post (perché ho deciso che strizzare l’occhio al commerciale non è poi così riprovevole quando è frutto di un atteggiamento sincero).
Ho comprato delle riviste francesi per riprendere un po’ la lingua visto che forse faccio il DALF, forse.
Cioè forse mi metto a fare qualcosa e mi passa anche la sensazione di stranezza.
O forse rimane, perché è la solita fase di transizione che mi traghetterà dall’altra parte del fiume insieme al lupo, al cavolo e alla pecora.
1 commenti:
Ok, ti mando la ricetta della TORTA DELLA FELICITA'... :D
Posta un commento