giovedì, gennaio 26, 2006

*cuore di tenebra

Quando fuori nevica appassionatamente da un giorno intero e sono appena rincasata trascinandomi una confezione di minerale da sei (il giorno in cui scoprirò chi ha avuto la geniale idea di quei praticissimi manici di plastica che ti tagliano il palmo fino ai nervi....quel giorno ci sarà parecchia violenza) non c'è niente di meglio che appiccicarsi al computer ed ascoltare qualcosa di vecchio (Sufjan, Elliott Smith) e qualcosa di nuovo (Baustelle, Sébastien Schuller).
Sono un po' incazzata oggi. Va così.
Appoggio i jeans al termosifone, mi aggiro in mutande per la stanza e lancio una laconica occhiata al pacchetto da dieci di camel light.
Io l'ho pensato sul serio quest'anno di smettere.
E' che non ci ho mai provato davvero.
Funziona come per Vercelli-Seattle.
Città che ho giurato a me stessa di abbandonare almeno un centinaio di volte e invece eccomi ancora qui, incapace di smettere. Di alzarmi la mattina e sbirciare il cavalcaferrovia dalla finestra, di percorrere le stesse strade centinaia di volte in tutte le direzioni, di riconoscere rumori, volti, finestre, balconi. Di sapere che voltando l'angolo ci sarà il tale albero e la tale panchina, di sapere che per fare più in fretta conviene attraversare il parcheggio o passare per il cortile dell'università.
Ma oggi sono un po'incazzata e allora capita di vedere tutto a rovescio.
Di dimenticarsi che fuori sta nevicando e la neve è meravigliosa e per strada le cose sono tutte bianche e i piedi fanno un non-rumore quando li appoggi sopra all'asfalto.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

non preoccuparti, passo spesso qui ;)
anche se non ho mai capito veramente se tu sia la stessa di suziehome O____o :D

spesso non ho di che commentare, ma mi basta leggere, e per fortuna il feed mi avvisa ogni volta :P

ciaao

Anonimo ha detto...

ecco cara francesca, questo è l'inizio della fine.

pepe

Anonimo ha detto...

tornare da parigi, dall'indiegegnere, e scoprire la solita torino fa lo stesso effetto, che quasi la neve non cambia niente.
happy

quel che sapeva frà ha detto...

pinno: sono ancora io che come un'araba fenice risorta dalle sue ceneri sono tornata a frantumare i maroni dei poveri web-lettori...e comunque l'importante è partecipare non scrivere! :-)

pepe: siamo in fase dark? presto ti vedrò ancheggiare dalla web-cam vestito da fan dei Cure?

happy: ogni volta che qualcuno pronuncia parigi è come ricevere una pugnalata al cuore. Perchè io ci andrò in francia tra un po' ma al mare e ancora una volta Parigi sarà lontana.