venerdì, gennaio 27, 2006

*Do you realize?

Oggi ero in macchina e nevicava di brutto, sembrava di essere dentro a una scena di Dante’s Peak, terribile b-movie catastrofico visto e rivisto su italia1 in molteplici serate assolutamente da dimenticare.
Finalmente felice di essermi liberata della sensazione opprimente di una neve cattiva che mi avrebbe impaludato-intrappolato-ingrigito, serenamente in preda all’entusiasmo bambino per le cose bianche, le mani che friggono in attesa di scattare fotofotofotofoto il dover andare piano sempre e dappertutto, camminare piano, guidare piano, frenare piano.
Doucement.
Doucement applicato a ogni contesto possibile.
Le scale che diventano discese, le strade che diventano sentieri.
Stamattina ho messo i pantaloni dentro gli stivali e mi sono vergognata da morire, io odio i jeans dentro gli stivali, mi sento le gambe segate a metà. Però ho dovuto scegliere tra il rischio di apparire modaiola e la spiacevole sensazione di pantalone fradicio sul polpaccio.
Poi avevo bisogno di qualcosa che rompesse il silenzio-nevoso, così mi sono messa a frugare nel cruscotto e ho trovato vecchi cd lì dimenticati da mesi, anni, secoli.
E’ stato come frugare nel cassettone segreto della propria musica passata (e molto spesso ancora presente), dal Beck di Sea Change ai Super Furry Animals, dalle Yeah Yeah Yeahs a Simon e Garfunkel. E poi ho trovato anche quella canzone il cui primo ascolto mi aveva indotto un breve intimissimo pianto, quel giusto di lacrime per sentirmi più leggera.
Do you realize.
Flaming Lips.
Era un periodo così, di tristi considerazioni, di frequenti costrizioni e ancora più frequenti contrizioni, di improvvise confessioni, di ubicazioni poco chiare della mia persona nell’universo.
Cioè stavo male, come può stare male chi conosce troppi segreti e non può rivelarne quasi nessuno perché non lo reputa opportuno.
Periodo che mi ha insegnato che i segreti sono fatti apposta per essere raccontati comunque perché a tenerli dentro fanno male proprio.
Periodo in cui ero innamorata da nodo allo stomaco e facevo qualunque cosa per non pensarci, compreso uscire con un emerito stronzetto dal ciuffo laccato e la voce impostata, che cercava di comprare la mia attenzione con discorsi enciclopedici e infantili recensioni sui Flaming Lips.
Io, col cuore altrove, avevo pensato che la storia dei Flaming Lips non poteva che essere una coincidenza, ma non avevo realizzato che l’unica coincidenza stava nel continuare a frequentare la persona sbagliata nel momento sbagliato.
Poi grazie al cielo me ne sono accorta.
Poi grazie al cielo la persona giusta si è accorta di me.

Mi sa che ho scritto qualcosa di quasi romantico, mannaggia.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Viva la persona giusta, dico io!

Mi sei mancata, Fra'.

E viva il romantico, cavolo. Bello leggere questo pezzetto della tua vita, ritrovare il tuo stile che mi fa impazzire, che parti dal paesaggio, dalla neve e dai colori, e poi vien fuori la storia, la morale amorale, l'emozione.
Adoro come scrivi...

(Mannaggia, mi sa che ho scritto qualcosa di eccessivamente melenso e complimentoso.)

Lucio

quel che sapeva frà ha detto...

I miss you too. Per un attimo, solo per un attimo ho pensato che fossi davvero scomparso.
Ora tiro un sospiro di sollievo.

Anonimo ha detto...

Guarda che ho fatto nel frattempo...
http://besterberg.splinder.com

Lucio