Domani non c’è lezione di istituzioni di ontologia. E’ un corso che mi piace sebbene ci sia di mezzo Heidegger, quello di “non è proprio essere, è più voglia di qualcosa di buono”. Istituzioni è un corso che mi piace perché la scorsa volta si è parlato de La nausea di Sartre e mi è tornata in mente la mia cartellina di tecnica su cui avevo trascritto un pezzo tratto da quel magnifico di libro. La mia prof di matematica mi aveva chiesto se era la storia di uno che non stava tanto bene. La Nausea capite? La mia prof di matematica non era una persona che stimavo molto. Lei nemmeno. Vabbè. Domani quindi salgo a Milano nella tarda mattinata e questo significa che forse riuscirò a sedermi durante il viaggio di andata. Oggi l’ho fatto in piedi fino a Magenta ascoltando Laura Veirs e seduta su un pezzo di freepress su uno scalino fino a Centrale ascoltando i Vampire Weekend, che sono fichissimi. Ho quasi finito Walden, me ne sono tenuta due pagine per stasera, sicchè ho bisogno di pensieri intelligenti per dormire bene. Oggi al ritorno in metropolitana sono caduta nel circolo vizioso dei germi. Ho iniziato a pensare a tutti i germi che avevo in testa, sulle mani, ai germi che correvano sui sedili del treno, su quelli della metro, sul fondo della mia borsa che appoggio ovunque, sul corrimano delle scale all’università. Mi sono sentita come Howard Hughes. Ho ripensato a quando l’anno scorso mi avevano gentilmente offerto alcuni campioni gratuiti di gel amuchina, in grado, a detta loro, di neutralizzare tutti i germi presenti sul palmo della mano in 15 secondi. Cioè roba che potevo passarmi sto fazzolettino sulle mani e operare al torace un altro pendolare in condizioni di assoluto igiene. Ho anche pensato di comprarmelo ma poi avevo solo quattro euro e cinque minuti per trottare verso il treno germinale che mi avrebbe ricondotto a casa tra la nebbia da riso e una pallida luna offuscata anch’essa dai germi. E’ che non mi sento ancora pronta a portarmi dietro la t-shirt da appoggiare ai sedili del treno, mi fa tanto vecchia intollerante delle devianze del mondo. "Pareva che non avesse compagni, nell'universo, e che si divertisse così, da solo; pareva anche che non avesse bisogno d'altra compagnia che il mattino e l'etere con cui giocava. [...] Padrone dell'aria, esso sembrava in relazione con la terra solo per un uovo covato qualche tempo fa nel crepaccio di una roccia scoscesa -o era forse il suo nido primitivo costruito nell'angolo di una nube, tessuto con gli ornamenti dell'arcobaleno e del sole al tramonto, e foderato del molle vapore dell'estate, preso dalla terra. Oggi il suo nido è su qualche nube scoscesa". Walden -Vita nei boschi- pg 392
lunedì, ottobre 13, 2008
worms
quel che sapeva
quel che sapeva frà
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3 commenti:
Io avevo la T-shirt, eccome se l'avevo; l'aveva anche mia sorella. Per sapere se sono una vecchia intollerante delle devianze del mondo non sta a me dirlo (chiedi a Milady)... forse adesso, ma allora (quando viaggiavo)non penso. In ogni caso mi rassicurava molto, anche perchè sui treni si vedono "cose che voi umani..."
:-) II Lettrice
Uh, questa storia sui germi mi ha ricordato J.Edgar Hoover in Underworld :-)
As usual, ti rubo consigli musicali.
You got mail!
Cara II Lettrice quello che mi domando è: ma la maglietta funzione davvero? O è destinata anch'essa a impregnarsi di germi dopo un paio di viaggi? Chi viaggia ha tempo di lavare tale maglietta? Ci sono magliette nella nostra vita che stimiamo così poco da utilizzarle come scudo per i germi? Ai posteri l'ardua sentenza, io al momento ci rinuncio che tanto ho la borsa già piena di libri e pashmine anti-aria condizionata a manetta e abbonamenti vari ed eventuali. :-)
Enzì: letta la mail, i vampiri sono divertenti assai, poi mi dici la tua hit e io ti svelo la mia. Bacio.
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