giovedì, agosto 09, 2007

ricordo di un'estate

Una nave bianca attraversa lentamente tutto l'orizzonte che riesco a vedere, da una parte all'altra, lentamente.
Sono seduta su un muretto umido, forse sono le sei del mattino, forse molto prima.
La luce del sole è solo un bagliore soffuso nell'aria che illumina appena le cose.
Sono scappata dalla finestra di un bungalow in cui dormivamo in cinque con due letti, c'era quel ragazzo svedese che dormiva sul pavimento appoggiato alla porta, aveva una camicia hawaiana, un vero spasso.
Mi hai chiesto dove vai.
Ti ho risposto che uscivo a prendere un po' d'aria e di passarmi le scarpe.
Sono uscita dalla finestra e fuori faceva fresco, avevo bisogno di pensare.
Dentro russavano tutti, il ragazzo svedese, la mia compagna di stanza bionda e un po' lobotomizzata, il ragazzo di milano che dormiva col cappuccio della felpa sulla faccia.
Per me è così, una volta sveglia non riesco mai a riaddormentarmi.
Ti aspetto per un momento appena al di là della finestra.
Ma se ci ritrovassimo uno di fronte all'altro dovremmo parlare, spiegarci.
E io non so spiegare niente, io e te cosa siamo, cosa c'è dei tuoi occhi che mi parla, cosa ti parla dei miei, il senso di un bacio notturno posato sulla fronte, senza dire niente.
Mi allontano e seguo un sentiero, poi trovo un muretto e mi siedo lì, zitta, muta.
Lo so che poi sei uscito e mi cercavi.
Che sei rimasto lontano dietro le mie spalle a guardarmi e magari l'hai vista anche tu.
Quella nave bianchissima che spuntava dal promontorio e attraversava l'orizzonte, piano piano.
Oggi è l'ultimo giorno delle nostre vacanze.
Io parto, tu rimani. Tra poche ore sarò di nuovo a casa, in camera mia, con le cuffie del walkman cacciate nelle orecchie a scrivere furiosamente di un'altra estate finita sulla mia agenda stroppicciata.
Tu non ci sarai più. Mai più questa volta, e nemmeno io.
Non so spiegarmelo ma ho la sensazione che quella sia l'ultima estate di una certa parte di me stessa. Qualcosa sta partendo.
La prossima estate avremo diciotto anni e non saremo più qui.
Il mondo sarà diverso. Saremo diversi anche noi.
Se stringo gli occhi mi sembra di vederci seduti sul ponte di quella nave bianca che scivola all'altro lato dell'orizzonte e scompare, pezzo per pezzo, inghiottita dal verde degli alberi.
Resta solo il mare.

4 commenti:

Enzo ha detto...

Sai, quando ti leggo scorro lentamente la pagina, scoprendo le righe poco alla volta. Quando sono capitato su "La prossima estate avremo diciotto anni" ho pensato "IMBROGLIONA!!!" :-)

(E un racconto di questa estate?)
Ciao!
PS: io non ricordo la mia estate da 17enne...di sicuro niente di memorabile. Confido invece molto in questo colpo di coda di agosto! ;-)

Anonimo ha detto...

che morbidezza!
niente a che vedere con il pathos agguerrito delle tue giornate scolastiche. però insomma questa nave un po' malinconica dev'essere la stessa che partiva tutta allegra nel tuo post del 22 luglio. viaggio di ritorno.

quel che sapeva frà ha detto...

Enzo: prometto mail con momenti salienti delle mie vacanze al più presto...:-P

Tamai: il ritorno è stato morbido, i ricordi delle estati passate sono sempre un po' malinconici ma questa è stata una bella estate, sono partita che ero un gomitolo e sono tornata che sono un bel filo liscio liscio. tanto poi a settembre ricomincerò a incazzarmi ma per ora godiamoci il momento!
:-P

Anonimo ha detto...

Anche io voglio mail con momenti salienti....gnè gnè