lunedì, giugno 11, 2007

School is over, parte seconda: ricchi premi e cotillons.

Alla terza ora dell'ultimo giorno di scuola sono in prima, la classe dei tarantolati.
Ne acchiappo cinque per la collottola che si stanno eiettando fuori nel corridoio e propongo anche a loro di fare qualche gioco insieme.
"Solo se si vince qualcosa prof, perchè altrimenti andiamo su a salutare quelle di terza"; insomma questi qui non li frega nessuno.
Mostro a tutti il magico sacchetto dei premi, celando naturalmente il contenuto (che consiste in caramelle e diverse porcherie rinvenute nei miei cassetti la sera prima, tipo minidadi, portachiavi, sorpresine dell'ovetto kinder, porta auricolari...in realtà è chiaro che l'occasione sia perfetta per sbarazzarsi di un po' di rumenta!) e li convinco a restare.
Quando finalmente sono tutti seduti bussano alla porta altri bambini di classi vicine e mi chiedono se possono stare lì con me.
In un impeto di generosità e follia (forse più la seconda) decido di offrire asilo politico all'alunno O. terrore delle prime di tutto il mondo, all'alunno S. , già colui che minacciava col compasso da lavagna i compagni nelle ore pomeridiane, e all'alunno I. con cui ci si vuole molto bene pur non essendo un mio studente a tutti gli effetti.
Dopo qualche minuto l'alunno O. ha già scritto sul banco con un pennarello indelebile "Scuola culo" e mi tocca spedirlo in direttissima dalle bidelle per farsi dare uno straccio e pulire.
Ovvio che l'alunno O. è il timore di tutte le prime non a caso: ci sono stati giorni di intervallo in cui mi ha distintamente urlato in faccia di non rompergli le palle altrimenti mi avrebbe messo le mani addosso. Solo che detto da uno di un metro e cinquanta è qualcosa che intimorisce ma fa anche decisamente sorridere.
Oggi però la scuola funziona al contrario e O. se ne va quatto quatto dalle bidelle ritornando subito con il suo bravo spray per pulire. La sua buona azione viene premiata con una lisergica caramella di Lupo Alberto (chissà che ci mettono dentro per dare quei colori assurdi) e si procede con giochi enigmistici e altre cavolate, retaggio del mio passato di animatrice.
La campanella dell'intervallo suona, alcuni bambini mi fanno ciao-ciao-arrivederci prof- venga a trovarci e corrono fuori a picchiarsi selvaggiamente, altri in corridoio hanno già iniziato ad urlare tutti insieme "Vogliamo le terze!", anche se sul momento io capisco solo"Vogliamo le tette!", significato del resto molto affine a quello reale.
E' la mia ultima assistenza all'intervallo e sono felice.
Passeggio per i corridoi tra le solite scazzottate come fossi sugli Champs Elysées, tutto è avvolto dalla bruma dell'addio, compresi i gremlins che tirano calci alla porta del bagno; ad un certo punto un braccio mi tira dentro a forza in un'aula e chiude la porta.
Sono di nuovo in prima, alcuni bambini sono in piedi intorno a un banco e l'alunno K. mi dice sottovoce "Prof, abbiamo la cocacola, ne vuole un goccio?".
Nel capannello di mafiosi c'è anche Prince che subito me ne versa un bicchierone specificando
"Se ne vuole un altro prof bussi due volte che la apriamo".
Naturalmente poichè adoro la cocacola alzerò i voti di tutti i presenti.
L'intervallo suona e Prince mi insegue in corridoio e mi offre un bicchierino di plastica ricolmo di pop-corn: "Avevamo anche questi ma era rischioso tirarli fuori prima, tenga".
Gli si potrebbe alzare anche il voto di storia quasi, quasi.
Meno tre ore (da cinquanta) alla fine della scuola.

- fine parte seconda -

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