Dopo cinque mesi di levatacce, sfiatamenti polmonari, verifiche, compiti, spiegazioni, intervalli, mense, bidelle simpadellacumpa, colleghe acide come una bottiglia di aceto dell'83, arriva:
la fine della scuola e con essa la mia prima fine da prof, dalla parte dei cattivi, del corpo docente; che, detto così, sembra il soprannome di un corpo speciale dei marines (e a ben considerare quest'esperienza ha avuto i suoi aspetti militari e guerreschi). E' tempo di imbracciare di nuovo l'ombrello e volare via, come una precaria Mary Poppins che un giorno è qui e domani chissà che cavolo di lavoro starà facendo.
L'ultimo giorno di scuola è il giorno più lungo dell'anno, è un po' the day after tomorrow e un po' ben hur, un po' presa della Bastiglia e un po' derby Inter-Milan.
L'ultimo giorno di scuola vale l'unica regola che nessuna regola vale più.
La prima ora dell'ultimo giorno di scuola mi trova in seconda, la classe dei gremlins eletti, coloro che pur sempre casinisti e pasticcioni hanno dimostrato durante questi mesi insieme notevoli miglioramenti: siamo passati da persone che scrivevano quore a ragazzini attenti che prendevano appunti sulle teorie illuministe di Voltaire, Rousseau e Beccaria. Poi magari non ci hanno capito comunque una mazza ma se non altro sono diventati fantastici attori.
Ecco perchè ho deciso di dedicare questi ultimi momenti insieme affidando loro un lavoro di gruppo: inventare di sana pianta un proprio telegiornale con tanto di annunciatori, vallette, meteo, pubblicità, rubriche varie ed eventuali.
Al mio arrivo trovo la classe ingombra di oggetti di scena; ci sono parrucche, scarpe col tacco, colapasta (per la rubrica di cucina), abiti di scena e addirittura finti radiomicrofoni.
Prego in cuor mio che il dirigente scolastico non entri mai e per nessun motivo all'interno della mia aula per i successivi cinquanta minuti. Già mi vedo sul TG5 con i sottotitoli "Insegnante di scuola media incita innocenti ragazzini al travestitismo" e difatti nelle ultime file l'alunno A. ancheggia seducente su zeppe di dodici centimentri sottratte alla madre (...).
"Guardi prof, così sembro alto normale!".
L'alunno A. è alto come un bambino di seconda elementare, stroppicciato, solitamente bistrattato da tutti in quanto poco curato, balbuziente e fondamentalmente ignorante.
Per mesi è venuto a scuola con la faccia deformata da un orribile orzaiolo non curato.
Non immagina nemmeno che l'ultimo giorno di scuola sarà il suo più alto momento di gloria.
O forse sì, ed è per questo che accettato un ruolo di primo piano, seppur travestito da donna.
L'alunno A. farà la meteorina per il gruppo del tg piemonte: quando arriva il suo momento compare in scena con le zeppe e una parrucca di capelli ricci neri e sculetta verso la cartina.
I compagni lo acclamano con un applauso sincero e ammirato, si è davvero calato bene nel ruolo e indica con estrema sicurezza le varie località della regione, mentre la voce di un collega legge il previsioni del tempo. Torna in scena per un servizio sulla moda in cui dispensa baci alla folla come una consumata top-model.
L'alunno A. è uno che a gennaio era convinto che la capitale della Svezia si chiamasse Starrick e mi chiedeva con insistenza di non leggere nel timore di balbettare.
Ed ora eccolo lì che sorride ammalitore ai compagni e al termine del meteo improvvisato si gode un lunghissimo applauso con tanto di coro da stadio.
A. sale in piedi su una sedia: la classe lo acclama.
E so che, in qualità di educatrice, dovrei cazziarlo e dirgli di venire giù di lì ed esortare la classe al silenzio.
Ma è l'ultimo giorno di scuola, io sono solo una suppl, ed è il primo momento dell'anno in cuii compagni di A. non lo stanno prendendo per il culo per i vestiti sporchi o perchè si è addormentato in classe.
E' il suo momento di gloria e il sorriso raggiante che gli si stampa in faccia una di quelle cose che arrotonderanno il mio stipendio per eccesso.
Seguono altri telegiornali che annunciano notizie come Schumacher investito da una Ferrari, insegnanti legati con la cartigienica e prigionieri nei bagni, Prodi che si fa esplodere alla Casa Bianca. Ebbene sì, ho cresciuto dei piccoli mostri e ne vado straordinariamente fiera.
Ridiamo tutti insieme, i gremlins mi regalano una multipenna quattro funzioni e io distribuisco caramelle di lupo alberto. C'è anche un cartellone in cui compaiono le scritte di commiato:
"Ciao prof, mi dispiace ke se na va, ci mankerà a tutti tantissimo e soprattutto a me! Ci venga ha trovare ogni tanto, non vorremmo perderla di vista" "Ciao prof volevo dirle che è stata molto gentile con noi e non si scordi di me! Saremo molto contenti se il prossimo anno tornasse. Abbasso la scuola. By D." "Ciao prof, sono L. quest'anno mi sono trovato bene con lei. Viva Milan". "Ciao prof sono l'alunno più ignorante del mondo, spero che il prossimo anno ci rivedremo. By Alunno A."
Quando suona la campana me lo infilo sotto un braccio. Ancora cinque ore (da cinquanta) alla fine della scuola.
domenica, giugno 10, 2007
School is over, parte prima: momenti di gloria.
quel che sapeva
quel che sapeva frà
- fine prima parte -
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