Giorno due dell'ultima settimana. Penultima ora nella classe di Prince.
Prince, il ragazzino che spezzava le lance in favore delle schiene dei suoi compagni, che sul totale orario delle mie lezioni di cinque mesi credo abbia trascorso seduto appena quindici minuti scarsi, il babybirba che più di una volta al pomeriggio mi ha fatto diventare i capelli più bianchi di piero angela con le sue urla stridule, colui a cui ho requisito l'inimmaginabile (sfere di metallo, chine, palline delle cartucce, una radio trasmittente, un orologio a forma di gondoliere, un portachiave a foggia di cornetti rossi plastificati, un imprecisato numero di matite, penne e righelli, una mini torcia, una serie di miniportachiavi, un richiamo per uccelli e un fischietto. Poi sicuramente c'è stato dell'altro ma è dura ricordarsi tutto), l'unico bambino che abbia sprizzato lacrime di fronte a un unico severo cazziatone.
Spesso richiamato perchè continuamente distratto o affaccendato in attività illecite come cercare di tagliare un ciuffo di capelli al compagno seduto dietro o infilarsi oggetti presi da altre astucci e riporli nelle proprie mutande così che i proprietari perdessero interesse a reclamarli.
Ecco di questo Prince qui stiamo parlando. Che io, a modo mio, mi ci sono anche affezionata a forza di avercelo sempre sulla punta di un urlaccio.
Il Prince che oggi, a qualche minuto dall'intervallo, mi si avvicina e mi dice "Prof, le scrivo il mio indirizzo e-mail su una barchetta di carta così non lo perde e poi un altr'anno mi scrive. Mi scrive vero prof?". E mi allunga tutto timido una barchetta stroppicciata con la sua solita calligrafia sghemba e geroglifica.
Tu quoque Prince!
Il mio cuore di suppl fa spluf e non fosse per la certezza che i compagni lo prenderebbero per il culo per i prossimi mille anni dandogli del "fennel" e del "guano" lo abbraccerei lì su due piedi.
La campanella suona, Prince mi strizza gli occhi azzurri in un sorriso e corre fuori a gettarsi nella solita mischia di calci e pugni, lasciandomi sentimentale a compilare il registro di classe.
Ancora una volta me l'ha fatta sotto il naso.
martedì, giugno 05, 2007
E' probabile che l'improbabile accada
quel che sapeva
quel che sapeva frà
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7 commenti:
Fennel??? Cos'è? (scesa se passo poco ma mi sono dato alla blog-politica :))
scusa, non scesa. :)
Comunque grazie di esistere. Stamattina mi sono svegliato alle 5 e ho passato 3 ore insonni a leggere le puntate precedenti. Esilaranti. Quasi meglio di tua cugina (bè, non esageriamo... MdW nn ti offendere:)).
Falecius menomale che al mondo ci sono anche quelli che si danno alla blog-politica e compensano i blog-cazzari come me :-)
Fennel è un insulto molto in voga tra i gremlins...dopo mesi di enigmi e incomprensioni sono arrivata a comprendere che significava "finocchio" in inglese, oh signur!
Sorrido per l'escalation oraria dei commenti, se come suppl verrò licenziata almeno come rimedio anti insonnia ho qualche chance!
Merci merci merci
Sì, poi ho visto (il fennel)... In teoria il vostro compito educativo sarebbe di stroncarle queste cose... (ma la scuola ce l'ha ancora un compito eduativo?).
Sei un tesoro, accetti proposte di matrimonio?
La scuola di oggi ha un super compito educativo ma con dei mezzucci da far ridere. E poi negli ambienti lavorativi di donne anzichè collaborare risulta sempre più proficuo sfottersi a vicenda per il taglio dei capelli e il colore delle scarpe!
:-P
Ecco....ora so perchè lavoro in un mondo di uomini....
Comunque il Prince di smalville è stato veramente infingardo!!!!
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