Ormai mi sono abituata alla mia duplice natura scolastica.
Quella di prof generalmente stimata dagli alunni cui mi sono affezionata, e come supplente generalmente schifata dal resto del personale docente, bidelle comprese.
Sono cose cui appunto si fa l'abitudine, come prendere il caffè nell'ora buca il lunedì pomeriggio, prima di tuffarmi nella correzione delle solite quattromila verifiche cui sottopongo con costanza i gremlins.
Quand'ecco che scendendo le scale sento urla lancinanti provenire dalla bidelleria, proprio accanto alla macchinetta del caffè. Si direbbe stiano squartando qualcuno con un coltello da macellaio. Avvicinandomi scopro che si tratta dell'alunna S., a cui faccio alternativa alla religione il venerdì. Il professore che le compete mi rivolge il solito sguardo inebetito e dice che "Devono essere dolori mestruali". Poi lo chiede anche all'alunna S. che rotolandosi sul pavimento urla con voce indemoniata "Sì, ho male alle ovaieeeeeeeeeeeeeeeee". Nell'impossibilità di darle medicine le propongo un the caldo e mentre glielo porgo dalla macchinetta il professore è scomparso, la solita bidella simpatica come un granchio attaccato al mignolo chiude la porta "perchè le urla danno fastidio" e mi ritrovo in bidelleria sola con l'emorroissa e un'amica corsa a prestarle aiuto.
Trascorro una buona mezz'ora a calmare l'alunna S., assicurandole che non morirà e che deve cercare di stare seduta su un divano anzichè lucidare il pavimento al posto della bidella antipatica. Trema tutta come una foglia e quando le fitte sono più forti mi pianta qualche unghia nel braccio. E a me scatta la coccola in automatico, davanti a bambini e bambine che piangono difficilmente riesco a non sciogliermi come un barattolo di nutella al sole.
La cortese signora del personale ausiliario rientra solo un secondo per recuperare un mazzo di chiavi e le chiedo se per caso ha una cannuccia o un cucchiaino: la risposta è un grazioso no con sottinteso "ma che cacchio di idee ti vengono?" e una porta sbattuta. Parente della Rott?
Io l'emorroissa e l'aiutante ci alziamo e migriamo in sala insegnanti, così mentre S. si stende sul divanetto le sistemo una giacca sulla pancia, le slaccio i jeans iperaderenti e la cintura strizzante.
La mamma dovrebbe venirla a prendere ma S è preoccupata perchè la macchina serve al papà per il lavoro e non vorrebbe aver creato problemi.
Scopro che ha già sofferto di dolori forti ma "la mamma non va in farmacia perchè non sa parlare italiano e chiedere che medicina deve prendere. Quando sto male mi fa bere le tisane ma non mi passa". Le scrivo un paio di nomi di antidolorifici su un foglietto, assicurandomi che non sia allergica a niente. Nel mentre entra una prof che osservando S. esclama "Eh, tutte 'ste scene per i dolori mestruali, li abbiamo avuti tutte eh!". Il successivo sguardo è per me e comprendo al volo che significa "Non dovresti andare dietro a tutte le paranoie di queste ragazzine, non si fa".
Quando mancano dieci minuti alla fine dell'ora la mamma di S. viene a prelevarla e mi sorride per ringraziarmi. Io torno in aula insegnanti e la guardo andare via dopo aver imballato un paio di volte con l'auto.
Sì, forse non è giusto. Forse o si aiutano tutti o non si aiuta nessuno.
E coccolare una bambina di seconda media è viziarla ed è un'alunna e non si dovrebbe fare.
Ma io quando succedono queste cose mi sento più una mamma che una suppl.
E penso sia meglio dare un vizio invece di insegnare menefreghismo e indifferenza in una società che lascia tutti soli, con i loro problemi, le loro miserie e le loro difficoltà.
La solidarietà è sempre una buona soluzione.
Con tutte le volte che la S. mi ha aiutato tante volte a compilare il registro ci mancava solo che non le tenessi un po' le gambe sulle ginocchia!
Quella di prof generalmente stimata dagli alunni cui mi sono affezionata, e come supplente generalmente schifata dal resto del personale docente, bidelle comprese.
Sono cose cui appunto si fa l'abitudine, come prendere il caffè nell'ora buca il lunedì pomeriggio, prima di tuffarmi nella correzione delle solite quattromila verifiche cui sottopongo con costanza i gremlins.
Quand'ecco che scendendo le scale sento urla lancinanti provenire dalla bidelleria, proprio accanto alla macchinetta del caffè. Si direbbe stiano squartando qualcuno con un coltello da macellaio. Avvicinandomi scopro che si tratta dell'alunna S., a cui faccio alternativa alla religione il venerdì. Il professore che le compete mi rivolge il solito sguardo inebetito e dice che "Devono essere dolori mestruali". Poi lo chiede anche all'alunna S. che rotolandosi sul pavimento urla con voce indemoniata "Sì, ho male alle ovaieeeeeeeeeeeeeeeee". Nell'impossibilità di darle medicine le propongo un the caldo e mentre glielo porgo dalla macchinetta il professore è scomparso, la solita bidella simpatica come un granchio attaccato al mignolo chiude la porta "perchè le urla danno fastidio" e mi ritrovo in bidelleria sola con l'emorroissa e un'amica corsa a prestarle aiuto.
Trascorro una buona mezz'ora a calmare l'alunna S., assicurandole che non morirà e che deve cercare di stare seduta su un divano anzichè lucidare il pavimento al posto della bidella antipatica. Trema tutta come una foglia e quando le fitte sono più forti mi pianta qualche unghia nel braccio. E a me scatta la coccola in automatico, davanti a bambini e bambine che piangono difficilmente riesco a non sciogliermi come un barattolo di nutella al sole.
La cortese signora del personale ausiliario rientra solo un secondo per recuperare un mazzo di chiavi e le chiedo se per caso ha una cannuccia o un cucchiaino: la risposta è un grazioso no con sottinteso "ma che cacchio di idee ti vengono?" e una porta sbattuta. Parente della Rott?
Io l'emorroissa e l'aiutante ci alziamo e migriamo in sala insegnanti, così mentre S. si stende sul divanetto le sistemo una giacca sulla pancia, le slaccio i jeans iperaderenti e la cintura strizzante.
La mamma dovrebbe venirla a prendere ma S è preoccupata perchè la macchina serve al papà per il lavoro e non vorrebbe aver creato problemi.
Scopro che ha già sofferto di dolori forti ma "la mamma non va in farmacia perchè non sa parlare italiano e chiedere che medicina deve prendere. Quando sto male mi fa bere le tisane ma non mi passa". Le scrivo un paio di nomi di antidolorifici su un foglietto, assicurandomi che non sia allergica a niente. Nel mentre entra una prof che osservando S. esclama "Eh, tutte 'ste scene per i dolori mestruali, li abbiamo avuti tutte eh!". Il successivo sguardo è per me e comprendo al volo che significa "Non dovresti andare dietro a tutte le paranoie di queste ragazzine, non si fa".
Quando mancano dieci minuti alla fine dell'ora la mamma di S. viene a prelevarla e mi sorride per ringraziarmi. Io torno in aula insegnanti e la guardo andare via dopo aver imballato un paio di volte con l'auto.
Sì, forse non è giusto. Forse o si aiutano tutti o non si aiuta nessuno.
E coccolare una bambina di seconda media è viziarla ed è un'alunna e non si dovrebbe fare.
Ma io quando succedono queste cose mi sento più una mamma che una suppl.
E penso sia meglio dare un vizio invece di insegnare menefreghismo e indifferenza in una società che lascia tutti soli, con i loro problemi, le loro miserie e le loro difficoltà.
La solidarietà è sempre una buona soluzione.
Con tutte le volte che la S. mi ha aiutato tante volte a compilare il registro ci mancava solo che non le tenessi un po' le gambe sulle ginocchia!
8 commenti:
che bello, sono contenta che le prof inacidite dall'età, dal tempo e da stipendi miserandi non ti abbiano contagiato con il loro cinismo!anche io lo combatto nei miei mille giri da stagista nelle redazioni milanesi. continua così.
dal 24/04/2007 al 27/04/2007
FIERA DEL LIBRO PER RAGAZZI
a Bologna!
Perchè tu non venire e con te portare tutto codesto materiale?
www.bookfair.bolognafiere.it
grande frà, la mia stella polare virtuale...continua così...!!
Passo qua per caso (via link di lucido su lastfm).
Quello che hai scritto mi ha commosso.Hai fatto bene a mettere un po di umanita' verso una bambina che soffriva.Ciao.
beh è il prezzo da pagare per poter avere orgasmi multipli...
Mimi: tengo duro, giugno è vicino :-P
Tamai: ho letto e ci verrei tanto volentieri ma...lavoro, l'unico giorno free sarebbe il 25 ma dovrei prendere il treno alle sei e il giorno dopo tengo la gita coi vandali...spero tanto di non finire al bivio di ruggeri a raccontare quella volta in cui potevo andare a bologna ma poi....
Enzo: più che una stella polare virtuale, sono una donna che approfitta dell'anonimato web per dare sfogo ai propri 5 minuti :-p
Anonimo1: e poi è inutile, i dolori mestruali sono una di quelle cose su cui le donne dimostrano sempre solidarietà compatta.
Anonimo2: beh potevano almeno farci uno sconto!
a me sfugge sempre il motivo per cui i bidelli siano così nervosi...sembra che lavorino solo loro quando in realtà (a parte alcune eccezioni ovvimente,che ci sono sempre) fanno mezz'oretta di lavoro in tutto al giorno e poi chiaccherano...i professori che ci mettono tutta la loro passione invece mi sipirano una enorme simpatia!spero che tu mantenga sempre questa voglia di insegnare e di fare bene!
Ps:se riesci a far sentire in colpa i ragazzi se non studiano senza rimproverarli hai raggiunto il livello della mia prof di italiano...xò in effetti alle medie è più difficile... ^^
continua così!
dacci ancora del proibito suzie!
pepe
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