sabato, aprile 15, 2006

pensieri franscesi

Ho trovato casa. Che poi più che una casa, è una stanza in una residènce étudiante dove c'è un mucchio di liceali francesi alle prese con cartoni di pizza e turni per usare la lavatrice e il forno microonde. Ecco, questa cosa del forno a microonde mi ha divertito parecchio: il pensiero che se scolo la pasta e qualcuno mi telefona, per scaldarla devo prendere l'ascensore e scendere di tre piani. La ricerca di un tetto sopra la testa è stata più dura del previsto. Nelle agences immobilières non affittavano niente per meno di dieci mesi, tutti a ripetermi che -Non, c'est ne pas possible mademoiselle-. Solo un brizzolato con gli occhi azzuri mi ha promesso che se mai avesse avuto un appartamento me l'avrebbe affittato anche solo per tre mesi. Ma era stato ingannato dal mio occhiale vintage e probabilmente dal mio francese di chi non parla francese da settembre. Con alcune amiche. Francesi. Di cui si parlava molto spesso di vino e barzellette volgari. Comunque, dopo un'intera giornata trascorsa a peregrinare per Chambéry, quando ormai stavo alla frutta e anche più in là telefono a un numero appeso nella bacheca di una residenza universitaria. La conversazione è parecchio divertente; il tizio ascolta le mie richieste e poi mi domanda cortesemente se mi è possibile recarmi lì in loco. Gli rispondo che sono proprio di fronte a lui oltre il vetro.
Credo proprio che questo soggiorno mi regalerà momenti memorabili.
Ci sarebbero altre cose da raccontare. La strana sensazione di trovarsi in un posto straniero e ascoltarsi parlare una lingua diversa e tradurre tutto ma proprio tutto quello che mi capita a tiro. Le casette di Chambéry che sembra un paesino delle fiabe, i posticini all'aperto su cui già sogno di accoccolarmi con i miei amati libri, l'aria pulita, le montagne viste dalla parte opposta rispetto a quella consueta. Ascoltare The Ringleader Of Tormentors nella sua infinità bellezza sonora mentre le luci del Fréjus scandiscono il ritmo dei battiti del cuore. Sentire questa partenza vicina, sentire che cambierà molte cose.
Sentire che un viaggio è tutto quello di cui avevo bisogno ora.

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