lunedì, aprile 10, 2006

elezioni (II)

Ed infine se ne è andata anche questa.
Cinque ore di scrutinio mi hanno restituito alla realtà quotidiana con un forte desiderio di doccia e un paio di occhiaie da fare invidia a Benicio del Toro.
Però guardiamo ai lati positivi, mica pochi a dire il vero.
Per prima cosa il vil denaro che m’arriverà proprio nel momento in cui ne avrò più bisogno, là, in terra di Francia, alle prese con una vita che ancora non riesco a immaginare totalmente.
Numero due, aver incontrato persone con cui chiacchierare e chiacchierarsi, di quei rapporti semplici che dopo due giorni vissuti insieme sin dalle prime ore del mattino le saluti con l’ombrello in mano dubitando fortemente di rivederle da qualche parte. Ci si è divertiti, si è stati bene. Un po’ quello che si dice per i colpi di fulmini esauriti con una luce forte e uno schiocco a terra.
Punto terzo: a casa con questa pioggia avrei finito per abbruttirmi davanti al computer e perseguire la mia ormai nefanda abitudine di dormire tutti i giorni dopo pranzo almeno un’ora. Quindi punto quarto: il mio metabolismo sembra essersi risvegliato dal letargo invernale e forse adesso sono davvero pronta per la primavera.
Punto quinto: la varia umanità, le piccole cose che ogni piccola esperienza può insegnarti se ci stai attento. Persone che sfilano una dopo l’altra, persone che fanno fatica ad arrivare a fine mese, persone che fanno fatica ad arrivare alla cabina senza barcollare, giovani con i piercing e il cappellino da baseball, giovani con la ventiquatt’ore di pelle, vecchi, ragazzini, down, mamme con i bambini in braccio, stranieri, signore con in braccio borsetta e marito.
Tanti occhi tutti uguali, tanti occhi in fila che compiono un gesto identico per tutti, per tutti ugualmente importante, per tutti ugualmente accessibile.
E a me questa cosa, ingenuamente, fa commuovere un pochino e ci sento un senso profondo di giustizia e penso che magari allora non è proprio tutto perso e sepolto.

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