mercoledì, settembre 28, 2005

*five string serenade

A farci attenzione, e se ti succede di abitare nello stesso posto da che sei al mondo, col passare degli anni ti accorgi sempre con maggiore facilità di tutti quei rumori che accompagnano il susseguirsi dei mesi, e sono un po' come sfumature di un quadro che metti a fuoco lentamente, avvicinandoti passo dopo passo, con stupore.
La fine di settembre per me ha il rumore di treni che frenano e cigolano alle otto di sera, posso quasi immaginarmi le scintille e le teste dei pendolari mezzi addormentati che tornano a casa e guardano distratti l'enorme cielo viola che abbraccia la città quasi nebbiosa, con i suoi lampioni gialli, la luce che si spande irregolare nell'umidità circostante.
E ha il rumore di una penna che scrive, dei miei piedi che tengono il tempo da sotto la scrivania, di auto che sfilano silenziose sul cavalcaferrovia trascinandosi dietro corridoi di fari rossi e arancioni, di una tesi che è sempre da capo, di cose vanno avanti e migliorano, di cose che restano uguali o finiscono, e di una canzone, non importa quale, basta sia lì e ti faccia compagnia.

-This is my five string serenade
Beneath the water we've played
And while I'm playing for you I
t could be raining there too-
Five string serenade /Mazzy Star/

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Rumori, piccole sensazioni.

Quelle cose piccole e semplici (che mi mancano tanto), che una grande città ha voglia di rubarti e che una "piccola" cittadina nebbiosa ti aiuta a percepire.
Io mi drogo di Okkervil River e di Laura Veirs, per ora. La musica, quella c'è ovunque.
E se non ci fosse, sarebbe la morte certa.
Lucio

Anonimo ha detto...

Primo ascolto degli Architecture in Helsinki grandioso... Piccole note affusolate, come le adoro io.
Merci, Suz.
Lucio

quel che sapeva frà ha detto...

Sai che il caro vecchio pepe un giorno mi disse che amo le canzoni in qualche modo incomplete? Credo avesse ragione il caro vecchio neodottore padovano. :-P