mercoledì, marzo 07, 2007

quello di cui il mondo ha bisogno

What the world needs now is love, sweet love.
Lo canticchio spesse volte quando la tentazione di sbriciolare un banco in testa a un bambino di prima si fa forte. Fino ad ora ce l'ho fatta a non finire sul tg5.
Perchè sì, non credo che sopporterei un servizio con la colonna sonora de Lo squalo subito seguito dalla storia strappalacrime di un cucciolo di foca nato con le piume (e lì yann tiersen a manetta).
Siamo ancora qui, dopo una pizza al caucciù consumata in sala insegnanti in attesa della prima ora del pomeriggio battezzata "studio guidato" ma altresì detta bambini eccitati dal processo digestivo che sollazzano il loro ego brandendo squadrette e righelli come neanche Russel Crowe nel Gladiatore. Oggi però M. appare tranquillo.
M. è un bambino con gli occhi azzurri e la faccia spruzzata dalle lentiggini, praticamente la versione mediterranea di Dennis La Minaccia. Di solito dedito a molteplici atti vandalici tra cui la pioggia di graffette sparate con la pinzatrice, la costruzione di complessi veivoli di carta con cui colpire le teste dei compagni in modo efficace e aereodinamico, le fionde di tappi e cartucce (di cui possiede una scorta esorbitante), è in grado da solo di provocare l'inquinamento acustico di un'asfaltatrice a tre millimetri dal tuo orecchio.
Ricordiamolo inoltre come l'indimenticabile artefice della specie di allevamento dei "pollini" (piccoli polli o forse scarpe in cattività) e dell'insulto (il cui significato mi rimane oscuro):
"Sei un Fennel".
Questo pomeriggio M. appare stranamente sedato.
Forse qualcuno a mensa ha finalmente accolto la mia proposta di sbriciolare massicce quantità di valeriana nei pasti degli alunni.
M. viene ad accomodarsi accanto a me alla cattedra e mi propone di aiutarlo a fare i compiti di francese, o meglio mi propone di dettarglieli. Colgo al volo l'occasione per cercare di instaurare un rapporto insegnante-alunno di fiducia e amicizia, della serie -guarda come sarebbe bello se ci fosse tra noi un clima di bucolica amicizia-.
Finisce perfino che M. mi racconta la sua giornata trascorsa davanti principalmente davanti alla PsP2 e al canale satellitare per guardare il wrestling. Comprendo solo ora dove abbia imparato certe mosse karateke e mi sconvolgo come al solito al pensiero dell'infinita solitudine di questi bambini, che pur essendo veramente ma veramente rompipalle avrebbero in ogni caso tutto il diritto di un genitore cui rivolgere la parola.
Proprio in quel momento S. ed MS (alunni probabilmente sfuggiti alla sperimentazione della valeriana) si stanno rincorrendo tra i banchi usando le proprie giacche come lazzo.
E' un attimo. Vedo M. alzarsi e annunciarmi "Ci penso io prof, ora lancio fortissimo una gomma in faccia a MS".
Sapete quei momenti da film in cui i singoli istanti si susseguono in una lenta moviola?
Vedo il braccio di M. lentamente ritrarsi per aumentare la potenza del tiro e riesco a fermarlo un attimo prima che la gomma venga eiettata ai 110 km/h nell'occhio di uno dei malcapitati.
Ormai però è una questione d'onore ed M. non può darsi per vinto.
Corre in direzione di un banco, estrae una riga da uno zaino come fosse la spada nella roccia e dopo uno dei miei urli da copione (ho scoperto in questi giorni l'esistenza di un polmone aggiunto dentro di me) si dirige verso la finestrae minaccia di lasciare cadere la riga in strada.
Sono attimi di panico. La riga è di MS che inizia a frignare, S. sta cercando di palpeggiare una compagna intenta a terminare i compiti di francese (ma perchè le donne sono sempre così avanti?) e M. sogghigna malefico brandendo la sfortunata squadretta.
La mia mediazione ha successo grazie alla solita serie di svariate minacce che ripeto ormai come un rosario almeno dodici volte al giorno.
M. ritorna al suo posto accanto a me e finisce di copiare l'esercizio raccontandomi dettagliamente alcune puntate di un documentario della national geographic.
La piccola peste sfodera un lessico da conferenziere specializzato e mi lascia a bocca aperta.
A quanto pare gli piacciono le cose scientifiche, e forse il canale di comunicazione che stavo disperatamente cercando è proprio quello, rendere un po' più tecniche le mie ore di lezione.
Sicuramente ci proverò ancora sam.
La campanella suona e M. prepara lo zaino.
Per la prima volta dopo un mese di lezione insieme uscendo dalla classe mi rivolge un cordialissimo " 'ngiorno prof Monzani".
Che in questa scuola nuova, il mio cognome non lo sanno neanche le colleghe.

it's the only thing that there's just too little of
What the world needs now is love, sweet love,no not just for some but for everyone.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Fennel (Foeniculum vulgare) is a species in the genus Foeniculum ...
There are several cultivars of "Florence fennel", which is also known by several other names, notably the Italian name "finocchio"...

quel che sapeva frà ha detto...

Uao! Grazie, ora posso coricarmi e dormire sonni tranquilli...avevo sospettato tale significato ma mi sembrava razionalmente troppo complesso. Chissà dove l'avrà sentito il caro M.

Unknown ha detto...

ahahaah.. non si smette mai di imparare (gli insulti delle nuove generazioni) !!!
Il caro M. ti porterà nel cuore. Le mie professoresse preferite tra medie e superiori sono sempre state quelle delle materie in cui andavo peggio.