Mi sono rimessa sui libri.
giovedì, agosto 28, 2008
Ricominciamo?
venerdì, agosto 22, 2008
Quando, quando, quando
Quando avresti da preparare un esame ma ti limiti a circondarti di libri aperti cui non rivolgi nemmeno uno sguardo.
domenica, agosto 17, 2008
Diario disordinato di un'estate strampalata. Parte I^ e forse unica
La Toscana ha davvero qualcosa di diverso. Prima di tutto la gente sembra vivere la propria vita con una tranquillità d’animo difficile da trovare al nord. Va in spiaggia col copricostume del mercato pure se ha la porche, ha le borse frigo con i fiorelloni giganti e il palmare, fa kite surf, ha le spiagge per i cani, porta i bambini al miniclub della piscina e non si preoccupa. I toscani sono estremamente spiritosi e anche perennemente incazzati tra loro per diatribe storiche perse nei tempi dei tempi. E questi non può che renderli persone apprezzabili. Scrivono murales boccacceschi o romantici, vanno in spiaggia camminando per chilometri dentro le pinete, parlano strascicati come se qualsiasi frase costasse fatica e quindi dovesse essere soppesata il giusto. La Maremma è bellissima. All’inizio quando ci arrivi non lo sai. Ma appena cala la notte e dietro il campeggio ti accorgi che non c’è niente per chilometri e chilometri ma sopra la tua testa puoi vedere la via lattea come in una puntata di superquark, inizi a indovinare perché i ricconi snob e chic si sono fatti la villa lì, nascosta dagli alberi. In Maremma è pieno di sagre. Ogni paese ne organizza circa millecinquecento. In una settimana puoi assaggiare acquacotta, cacciucco, tagliatelle al cinghiale, panzanelle, e goderti i vecchietti che ballano le danze sexy caraibiche e le orcheste che ci danno dentro di bestia. In Toscana ho fatto dei sogni stranissimi. Ecco questa non è un’informazione di tipo turistico però sono convinta di avere fatto questi sogni proprio perché ero in Toscana. La sera mi addormentavo in un coro di cicale e buffi uccelli notturni e calavo in profonde parti del mio incoscio tirando fuori facce, episodi del passato, allegorie da brivido. La Toscana aiuta l’autopsicanalisi. In Toscana ho letto Farenheit. Di prima battuta non c’ho capito niente. Però ero in spiaggia e avevo abbozzato solo un timido tentativo intellettuale comprendendo fin da subito che l’equazione estate=stand by cerebrale era valida anche per quest’anno. Quindi sono andata a giocare a racchettoni con mia sorella. Poi siccome c’è stato un giorno in cui mi ero ustionata di brutto e sembravo l’uomo torcia degli x man e dovevo restare fissa sotto l’ombrellone ho ricominciato farenheit e l’ho finito dopo un’oretta. Splendido e triste anche. Ho deciso che all’alba delle mie venticinque lune imparerò a suonare la chitarra. Al momento so strimpellare soltanto la canzone del sole e a horse with no name degli america che ha due accordi ma permette comunque di iniziare a tirarsela un pochino. Ora però devo comprare una chitarra. Quindi devo trovarmi un lavoro. Pensavo di mettere un annuncio sul giornale del tipo “giovane automunita esperienza all’estero bilingue laureata triennale cerca lavoro per comprarsi chitarra”. In Toscana ho visto “Il Giardino dei Tarocchi” di Niki de Saint Phalle e mi sono commossa come al solito per la mia stendhalite congenita. Fortuna che non se è accorto nessuno perché avevo gli occhiali da sole. Sono stata pure alle vaschette di Saturnia. Che non sono le terme che immagino a pagamento, a foggia di piscina, richiedenti una cuffia per doccia. Le vaschette sono vasche nella roccia naturali, all’aperto, dove sgorga acqua a 37 gradi e mezzo ed è blu ed è gratis. Siamo rimasti lì immersi fino alla punta dei capelli a guardare la luna e le stelle. Wow. Ho trascorso ben diciotto giorni separata dal mio fedele felino Giulio e mai assenza è pesata così tanto, quando finalmente l’ho riavuto tra i piedi è stato tutto un bacino, uno struscino, una carezzina, un pezzettino di pollo. E’ il mio primo gatto ed è viziato in maniera intollerabile, me ne rendo conto. Livorno non mi è piaciuta granché, forse perché mi aspettavo altro, qualcosa tipo Genova, o forse perché al mercatino americano non ho trovato il coraggio di chiedere quanto costavano i trucchi per il camouflage. Quest'estate mi sono dedicata ad attività under 10. Ho fatto i castelli di sabbia, mi sono fatta produrre una finta coda da sirena sempre di sabbia, ho sgonfiato un materassino, ho raccolto le conchiglie coi buchini per una collana che non avrò mai tempo di fare. Della Toscana mi mancherà praticamente tutto. Perché solo in vacanza ci si rende conto della fatica fatta nei giorni precedenti e si puntano i piedi contro la fatica che verrà. E anche perché ogni volta che sono al mare sento di essere al posto giusto, in pace con me stessa, a casa. E poi, per la miseria. Sono a Vercelli da 24 ore fa un freddo boiardo, il meteo scandisce pioggia e temporali a volontà e quelli dell'università mi hanno intasato la posta di moduli per sganciare loro tantissimi soldi. Ha ragione mia madre quando dice che ad andare in ferie più a lungo saremmo tutti più buoni. Che ci pensino quelli lì del governo.