sabato, ottobre 16, 2004

"Stamattina ho visto un elefante
era una nuvola
che cammina-a-va.
L'elefante era così elegante
con il suo codino
e la proboscide!"

Ma quanto sono belle le canzoncine dell'infanzia?
Le filastrocche, quella da cantare con voce petulante fino allo sfinimento, quelle che quando eravamo piccoli ci venivano insegnate nella speranza che pronunciandole in continuazione finissimo per cadere in trance da autoipnosi...le mitiche canzoncine senza senso alcuno, popolate di animali, canottiere gialle, panni da lavare e stendere, elefanti che si dondolano sopra i fili delle ragnatele...il regno del magico e dell'assurdo e forse con un po' di rimpianto mi toccherà dire anche il regno di quell'immaginario fantastico che crescendo va assottigliandosi progressivamente...tutti i giorni corriamo il forte rischio di diventare adulti cinici e immusoniti, che non sanno più sorridere per le sciocchezze.

L'unica sembrerebbe quella di continuare a canticchiare...

"La canottiera gialla
a righe rosse e blu
me la volevo mettere
mettitela anche tu!"

5 commenti:

Anonimo ha detto...

domanda

io mangio ancora sul seggiolone

è sintomo del mio essere rimasto un po bambino?


pepe

Anonimo ha detto...

La mia preferita era sempre questa:

cip cip cip fa il passerotto
co co co fa la gallina
chiu chiu fa la civetta
glu glu fa il tacchino
pi pi pi fanno i piccioni
pum pum pun fa il papà mio
che si è rotto li co....ni

P.S. Questo è il primo commento che faccio da laureato (sentiti onorata), si nota il salto di qualità
Ciaoo Rob

quel che sapeva frà ha detto...

Ma complimenti dottore!! Non appena avrò modo di contattarla personalmente le porgerò le mie più sentite congratulazioni. Nel mentre mi permetto di regalarle un'altra canzoncina..."Un elefante si dondolava sopra al filo di una ragnatela e ritenendo la cosa interessante andò a chiamare un altro elefante..."
Pepe, ti arrivò il cd?

Anonimo ha detto...

Da bambino ripetevo sempre questa, adesso la ripeto x te:

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi -
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Cosí li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla.

Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
(pavese)

Anonimo ha detto...

Ma che è successo? Gli alieni di informatica ti hanno rapito e ti stanno facendo una biopsia? O__O Ciaooo Rob