mercoledì, luglio 28, 2004

Diario di una vacanza (Uno)


Domenica si parte, oggi è mercoledì e stamattina mentre ero ancora distesa sul letto in un dormiveglia (più dormi che veglia) mia madre mi chiedeva con insistenza quali magliette mettere in valigia. E che ne so. Io odio fare le valigie. O porto tutto o non porto niente. E in ogni caso le faccio sempre all’ultimo momento.
Ad esempio l’ultima volta che sono andata in montagna ho preparato lo zaino mezz’ora prima di andare via e non ho portato niente.
Cinque giorni di t-shirt a righe bianche e rosse comprata alla fiera di maggio due anni fa al prezzo di cinque euro, maglione blu di cotone pesante prodotto dalle mani di mia madre quando aveva 26 anni (macchiato di sugo al ragù la prima sera) e jeans sporchi di tempera gialla, fango,polenta concia e malta.
Una vera chiccheria.
Ho pure dimenticato lo spazzolino da denti e menomale che un’anima pia è andata a comprarmene uno in paese altrimenti mi toccava utilizzare degli aghi di pino.
D’altro canto il mio abbigliamento survivor ben si adattava all’ alloggio a me affidato.
Una piccola cella frigorifera (unica stanza dell’enorme baita che ci ospitava a non ricevere mai per nessun motivo il più piccolo raggio di sole) dalla cui finestra potevo godere della vista di una parete rocciosa ricca di muschi e licheni preistorici oltre che della piacevole colonna sonora di un pascolo di chiassose mucche che bazzicava il prato antistante.
La temperatura della stanza oscillava tra i -40 e i -60 gradi (la prima notte alcuni minacciosi orsi polari si sono impadroniti del mio sacco a pelo e hanno cercato di scacciarmi a zampate), il lavandino privo di acqua calda distillava direttamente polaretti nei nuovi gusti di erba cipollina e camoscio d’oro e la lampadina appesa a un lato della parete era irrimediabilmente fulminata. Quattro giorni senza corrente elettrica e acqua calda forgiano lo spirito e il corpo.
Io non so come ho fatto a non prendermi una broncopolmonite.
Anzi sì.
Prima di andare a dormire ho scoperto che un festival di grappe e superalcolici vari aiuta a mantenere una temperatura corporea interna sufficiente a non correre il rischio dell’ibernazione.
Così ne ho approfittato.


2 commenti:

Anonimo ha detto...

gnocca alcoolizzata alè!!!
non ti smentisci mai :-) pepe

Anonimo ha detto...

Ahhhh il freddo... (qua siamo invece a +40°)
Ahhhh la grappa...
Ahhhh le mucche...
proprio una bella vacanza
^___^
Ciaooo Rob