Seattle del Piemonte, interno, domenica sera.
Una fioca luce fa brillare le copertine di un concettuoso libro di storia contemporanea di settecento pagine e di un volume sulla letteratura italiana dell'ottocento sottolineato con l'evidenziatore giallo.
Un gatto bianco e rosso si aggira nei dintorni di un tavolo azzannando con ferocia le caviglia della protagonista.
La protagonista sta scrivendo un post sul suo blog.
Fuori fa un freddo bastardo e lei un po' è contenta perchè finalmente ha potuto sfoggiare il suo cappotto grigio da intellettuale organica.
Un po' invece pensa all'inverno e l'inverno è una di quelle cose che la rendono malinconica.
Come il fatto che domani è lunedì e il regionale con i vetri tutti appannati la aspetta inesorabilmente per traghettarla oltre regione.
E che i weekend passano così in fretta e diventano subito away.
Il gatto salta sul computer e desidera ardentemente impadronirsi del puntatore del mouse.
La protagonista lo allontana affondandogli le dita nella pancia morbidissima e crede che avere un gatto peloso sia una delle cose che possono migliorare l'umore di una persona.
Oggi il sole era rosso ed è andato giù a picco dietro le montagne, dietro le teste della gente che camminavano strette strette per le vie di una cittadella commerciale.
Sembrava Natale quasi.
La Protagonista apre windowsmediaplayer e diffonde qualche nota dei Decemberists nell'aria.
Ci vorrebbe più tempo per tutto. Ci vorrebbero meno caffè, meno chilometri, meno esami, meno sveglie sui cellulari, meno lacci annodati, meno pagine, meno parole.
Ma la Protagonista non è triste e non si dà per vinta. Sa che l'influsso negativo di Marte passerà e presto sarà ora di trangugiare cicciose cioccolate calde traboccanti di panna.
E una cosa deve confessarla.
Che, in fondo, inforcare gli occhiali da riposo e ricominciare a sentirsi una persona intelligente non è poi tanto male.
domenica, ottobre 21, 2007
Winter in Seattle
quel che sapeva
quel che sapeva frà
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8 commenti:
Stupendo. Mi fai venire voglia d'inverno, di castagne e di caminetti... tutte cose che sto lentamente perdendo... ;)
Qui ha nevicato due giorni... ma siamo parecchio lontani da Seattle... Baci!
forse non è propriamente invernale, ma in questa mia gitarella a Essen ho mangiato per la prima volta lo zucchero filato!! (mai mangiato neanche da bambino) astonishing!!
Abbracci
Fal: quest'anno è stata la prima volta che qualcuno mi ha insegnato a fare le castagne. non che ci voglia poi molto ma stare lì a fare tanti minuscoli tagliettini e a controllare eventuali buchini da vermi è stato più rilassante di una seduta psicoanalitica :-p
Anonimo lontano da Seattle: bella la neve, speriamo ne faccia anche qui (è una cosa che non dovrei sperare in realtà in virtù della mia condizione di pendolare).
Enzo: com'è piccolo il mondo, ci stava una mia amica a quella fiera lì. Lo zucchero filato (wow) è la cosa (wow) più incredibilmente magica (wow) e disgustosa (wow) al tempo stesso che un adulto si possa concedere (ariwow)
Fra': ma davvero è piccolo il mondo! Io di ritorno verso Venezia, in via Ugo Bassi a Bologna ho incontrato un amico del mio paesino (non Napoli, proprio del paese!) che non vedevo da anni...E la tua amica lì? A qualche stand o da visitatrice? Io confido in un inverno freddo freddo per potermene stare al calduccio con gli amici a provare un po' di giochi da tavolo...e magari qualche sessione di ruolo (o volendo osare, anche di narrazione/interpretazione, stile On Stage!)
A presto un report di Essen sul mio blog
Saluti da bimbo enzo
:-)
Eternal sunshine of the spotless mind ? gruppi e musica strana ? anche a me. Ritorno con più calma a trovarti,ora non posso,tranquilla promesso.
Tristantzara:tanto di qui non mi muovo :-p frr.
Come promesso. E' la consapevolezza che la peggior parte della domenica è già passata o che ogni domenica ti riempie così tanto interiormente che la sera è il momento intellettuale privato e da studio erudito che la fa completa al 150% ?
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