mercoledì, luglio 05, 2006

*chez pas

Giorni strani, che sembrano un po' una lenta canzone dei Concretes e contemporaneamente un pezzaccio di Jesus and Mary Chain, (ho dimenticato a seattle PsychoCandy mannaggialadra).
Le casse del computer perennemente accese paiono aver tirato le cuoia, voglio dire che qualunque suono passino sembra una cover di Bonnie Prince Billie.
Ho comprato un ventilatore che mi fa venire i reumatismi pero' fa anche un'aria magnifica, una brezza potente che caccia con veemenza l'afa dalla mia sempre più straripante camera; 22 metri quadri sono davvero pochi per contenere il mio ego in continua espansione, alle pareti ho già attaccato di tutto e ammasso roba su roba in ogni angolo; la prossima volta che mi toccherà cercare una stanza dovro' chiederne esplicitamente una per megalomani. Poi. La partita. Che ancora devo capire perché tutte le volte che me ne sto in Francia si finisce sempre a uno scontro Francia Italia. C'é ancora il Portogallo ehi. Ma io lo so, lo premonisco, che mi toccherà cammuffare il mio accento italiano nei prossimi giorni.
Alla fine dormo anche nonostante il tripudio di clacson dopo una sera trascorsa a chiacchierare in francese con una ragazza di Glasgow a proposito della musica di Glasgow. Cioè mi ha detto che i Franz Ferdinand erano suoi vicini di casa prima di diventare famosi. Io a Vercelli vivo in un condominio in cui l'età media é ben oltre i settanta e non corro questo rischio celebrità.
Posso dire quasi di essermi abituata a chy, alla sua poca ma brava gente, ai francesi che un minuto ti conoscono e il minuto dopo ti hanno già regalato e offerto tutto quello che é a loro disposizione.
Sarà una lunga calda e intensa estate.
Sarà difficile non farsi trasportare da certi pensieri e mantenere il controllo delle proprie quattro pareti mentali. Forse é vero che resto qui per vedere quanto ci metto a scoppiare. Di sbadigli al lavoro, di stanchezza diffusa la mattina quando suona la sveglia, di freddo gelido dell'aria condizionata dei treni, di sete nel cuore della notte alle tre alle qiattro alle cinque...
Ma più vado avanti più so che é giusto restare, vedere fin dove si arriva, che cosa si raggiunge.

1 commenti:

Anonimo ha detto...

i concretes me li ha passati ben prima di ripartire per gli USA. LI ascolto la mattina mentre il caffe esce, e sogno tutto quello che non ho.
Perche a me la quotidianita stanca, spaventa, impressiona. Anche se la quotidianita e cominciata da tre giorni.

Ti invidio questa voglia, questa tensione, che avevo anche io qualche tempo fa. Ora mi sento flaccido, come il caldo e gli arabi inrue tres-cloitre che un giorno sono italiani e il giorno dopo francesi. Festaggiano sotto il mio balcone fino alle 4 del mattino, insomma.
Voglio dire, ti invidio molte molte molte cose.
Non e bene commuoversi al lavoro. Non e bene neppure leggere blog al lavoro. Ma che ci vuoi fare, non ho resistito.
Chez pas.