Avrei pronto un post di almeno cinque pagine, ma che resterà gelosamente conservato nel mio ordinateur à la maison dato che ho dimenticato di scaricare tutto sulla penna usb.
Due settimane qui e qualche problema di relazione sociale con alcuni conterranei mi hanno posto di fronte ad alcune interessanti riflessioni sulla mia sbandierata socialità, se presunta o meno.
Il tempo é sempre un po' terribile, qui le nuvole finiscono catturate dalle montagne e attendono che sia il sole a scioglierle. La mattina fa freschino quando vado al consolato a piedi e c'é sempre un intenso profumo di fiori bagnati ed erba. L'aria é pulita.
Qui ormai mi sono abituata al frigo che a detta di tutti i miei ospiti produce un rumore infernale.
E anche al riscaldamento rotto e all'armadio che bisogna aprire sollevando da terra una delle ante e alle maledette piastre elettriche che cucinarci é impresa da non sottovalutare.
Abituarsi non é poi troppo male. Ci si rende conto di quanta dolcezza possano assumere gesti quotidiani che altrimenti passerebbero inosservati.
lunedì, maggio 15, 2006
quel che sapeva
quel che sapeva frà
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2 commenti:
...e cosa ci fai in Francia?...
...je suis stagiaire au consulat d'italie :P
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