Weekends away.
Le definirei così tutte quelle coppie di sabato+domenica che mi sono lasciata alle spalle quest'anno.
Una voglia terribile di dare libero sfogo all'impellente desiderio di un lunghissimo post malinconico sull'anno che se ne va. Ma non è il momento stasera, ho qualche linea di febbre e finalmente un po' di tempo a disposizione per scrivere due righe sugli ultimi folli giorni.
Laurea, festa di laurea, io vestita da babbo natale che trucco bambini nel centro città.
-Cosa non si farebbe per cento euro- lo dice Diana, che stasera dovevo chiamare, ma perdonami ho la voce da puffo brontolone e una sensazione di galleggiamento corporeo che mi impedisce di intrattenere anche una normale conversazione. Ascolto indie-compilation natalizie scaricate in rete, bevo spremuta di mandarini. Se poi dovessi davvero mettermi a raccontarlo quel milione di cose ci vorrebbero ore, giorni E ancora una volta non mi sento di fare altro che ringraziare.
Tutte le splendide persone che alla mia festa hanno dato il meglio del loro affetto innaffiandosi e innaffiandomi senza pietà di cuba libre hand-made e birra a fiumi.
Grazie a Diana, che offrendomi in sacrificio la sua tavernetta ha dimostrato un eccezionale e sconfinato affetto nei confronti della sottoscritta, ospitandola inoltre a riposare nella sua magione per le successive quattro ore post festa in attesa che andassi al lavoro. Meravigliosa creatura.
Grazie a Simone, al quale avevo fatto promettere di non farmi ubriacare e il quale non ha mantenuto la promessa provvedendo però ad adagiarmi su un divano e coprire con il suo caldo cappotto le mie quattro ossa collassate e sonnolente. L'uomo dei miei sogni.
Grazie a Claudio, perchè col passare degli anni è diventato una specie di insostituibile cornice delle mie giornate, che senza la sua ironia pungente e la sua impressionante somiglianza con orlando bloom mi sembrano sempre un po' vuote, un po' manchevoli. L'amico migliore.
Grazie ad Amanda, che non ha detto niente nemmeno quando dopo avere cantato a squarciagola "Sarà perchè ti amo" e avere letto una serie di irripetibili volgarità dagli amici trascritte le ho confessato di non essere molto in me. Sorella che ne ha viste tante.
E poi ci sarebbero gli altri trenta grazie da elargire ai partecipanti, ognuno per un motivo diverso.
Ma forse è meglio che vada a dormire presto e mi riposi un po', il weekend vestita da babbo natale mi ha provato parecchio.
lunedì, dicembre 19, 2005
Weekends away
quel che sapeva
quel che sapeva frà
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2 commenti:
Ho letto... Ho letto tutto e ho pianto tutte le lacrime che avevo accumulato in me, come non lo facevo da tanto tempo!!! Da quando ho perso di vista la vita che scorre fuori e dentro di me... Da quando si sono sciolti i Bluvertigo... Da quando la vita era meno dura perché avevo al mio fianco le persone che non avrei mai voluto perdere e invece ho perso inesorabilmente...
Eppure tutti oggi sembrano, a parte rare botte di nostalgia, essere felici, soddisfatti... Possibile che ci voglia così poco a dimenticare quanto lo eravamo
-felici- quando pensavamo di non esserlo affatto... Forse è vero si stava meglio quando si stava peggio [anche se ormai si abusa di questa frase]... M sta bene e non ha perso la voglia di smontare qualsiasi persona che abbia delle velleità da scrittore alternativo come me... Solo io continuo, coerente, a stare male e a farmi del male... Coerente, a cercare un'anima che avevo ma che ho deciso di sparpagliare tra persone che l'hanno derisa e umiliata ma alle quali non smetto tuttora di volere bene...
Che sorpresa grande davvero.
E quante parole che si ammassano di colpo tutte insieme, quanti ricordi...ci penso anch'io sai a questa cosa buffa di dimenticarsi subito di come eravamo felici quando ci sembrava di non esserlo affatto. Forse perchè significherebbe renderci conto che non sempre siamo pienamente consapevoli di quello che viviamo. Etichettiamo le cose -periodo di merda- -periodo favoloso- e non consideriamo quanto sottile sia il confine che separa le due cose.
Ci penso ora,se guardo indietro a quest'anno che mi è sembrato davvero il più terribile di tutti e poi alla fine invece sono sicura finirà per rivelare uno splendore purissimo, perchè una luce chiara ha bisogno di uno sfondo molto buio per brillare.
Essere felici non è essere soddisfatti.
Io non lo sono mai. Credo che pensare che finalmente tutto è giusto e pulito mentre prima era sbagliato e orribile sia il primo passo per condannarsi all'inesorabilità di una vita senza accenti, sussurri, sfumature.
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