lunedì, dicembre 05, 2005

C'è la tesi stampata, finita, le tre copie una sopra l'altra sulla scrivania.
Ci sono i libri di Derrida, una cartellina di plastica rossa trasparente, un'altra piena di fotocopie e appunti. C'è la luce spenta.
Ci sei tu seduta lì davanti alla scrivania, in pigiama, a guardare nel buio quelle cose.
Dormono tutti, sono le tre del mattino. Ti laurei tra una settimana.
E non puoi dormire perchè hai bisogno di silenzio.
Perchè se chiudi gli occhi senti il rumore assordante di posate e piatti e bicchieri da riempire d'acqua e da bere mentre ceni con la testa bassa.
Ed è un rumore che conosci bene e che ti fa paura, ha il profumo di cose che non si riescono a perdonare.
Pensi che se nel mondo tutti di colpo smettessero di parlare il silenzio sarebbe talmente insopportabile che la gente finirebbe per portarsi le mani alle orecchie all'istante.
Una settimana alla tesi, tre anni di università passati in un soffio davvero.
In quelle quaranta pagine una parte di te, nascosta da parole difficili, pensieri complessi, citazioni. Ciò che non si dice è importante quanto ciò che si dice.
Mentre sei seduta nel buio e hai un po' di freddo senti che vicino a te passa qualcosa e ti sfiora, come un fantasma.
E' tardi, dormono tutti ma il bene delle persone importanti è ancora sveglio per fortuna.
Fuori per strada c'è la neve ammassata ai lati del marciapiede.
Un gatto sotto un lampione si lecca una zampa e le luci della stazione brillano gialle nella nebbia.
Torni a letto e ti addormenti. Il rumore di posate non si sente quasi più.


(se solo potessi ascoltare quello che non dico, mamma)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

che bello questo post. davvero.
è banale, ma: in bocca al lupo per la settimana prossima.

quel che sapeva frà ha detto...

e che crepi, il lupo. e che il mio prof sia colto da problemi gastrointestinali. Magari non durante la discussione ma subito dopo ecco, sì. Grazie de todo happy.