mercoledì, dicembre 21, 2005

..down in albion..


Probabilmente è stupido.
Innamorarsi di una canzone così, su due piedi, ascoltarla almeno ottanta volte al giorno, finire per identificarla con precisi momenti della propria giornata.
Camminare ovunque con quella canzone in testa, arrivare a perdersi dentro le sue note, scomparire proprio, diventare quella canzone. Soprattutto se si è consapevoli che quella canzone non diventerà un classico, perchè è nella sua natura, di restare soltanto un motivo orecchiabile della tua soundtrack personale. Perchè sai che quella canzone non cambierà il mondo. Perchè sai che chi l'ha scritta è uno dei peggiori venditori di fuffa musicale del 2005, un ragazzo drogato che si spaccia per nuova icona rock, uno spiantato in canottiera e bombetta che a vederlo sui giornali ti sta anche parecchio antipatico. Uno che prima di diventare un tossico vinceva premi di poesia e se magari avesse continuato a fare il poeta e non il tossico sarebbe diventata una persona migliore. Una persona normale, senza successo, senza copertine. Che poi magari se ne rende anche conto quando non è impegnato a fumarsi o bersi qualcosa o entrambi. Allora ti sembra quasi di sentirci una nota di malinconia leggerissima in quella canzone e magari ritieni anche possibile che la tua sensazione sia solo il frutto di una colossale presa per il culo, ma se non lo fosse, se quella malinconia di gin dentro a tazze da the e foglie secche sul pavimento fosse vera, allora sarebbe quello il vero motivo per cui questa canzone ti piace davvero tanto. Perchè ci senti un gusto che non è troppo estraneo, una tristezza leggera da anno che finisce, la stessa sensazione che si prova ad una festa quando all'improvviso guardi tutti intorno e ti sembrano sul punto di essere spazzati via da un'ondata di tristezza gigantesca e finisci per commuoverti per qualunque cosa, per i mozziconi dentro alle lattine di birra, per qualcuno che sta dormendo sul divano, per i piatti di plastica abbandonati dappertutto, per lo sforzo immane di ciascuno dei presenti di mostrare la versione più gradevole di sè.
Allora forse Albion è la canzone migliore da ascoltare alla fine di qualcosa, di una festa come di un periodo della vita, senza bisogno di alzare il volume, lasciarla in sottofondo, come una nota a piè di pagina, come una parentesi invisibile che racchiude le cose e le racconta.

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