venerdì, maggio 06, 2005

Galleggiando attraverso i postumi di una sbronza universitaria di ier sera, cammino per le stradine della piovosa Seattle ascoltando la vocina di Karen O che canticchia When ever I wake up. Ed è buffo perchè oggi ho come l'impressione di non essermi mai svegliata veramente.
Saranno le tre ore di sonno scarse, saranno le due ore di storia della filosofia contemporanea spese nel tentativo di non lacrimare sbadigli davanti al professore, saranno le chiacchiere con la Mic mentre le fumo tutte le sigarette approfittando del suo maldigola primaverile.
O magari rigirandomi nel letto stanotte, in preda ai pensieri più rarefatti ho finito per schiacchiare il tasto -pause- del mio infernale meccanismo macina energie e mi sono messa in stand-by. Mica una brutta cosa però, potere osservare il mondo come fosse un acquario popolato di personaggi multiformi e incorniciato da un cielo che più bello di così non potrebbe essere, con queste nuvolone che sembrano velieri di panna montata.
Vorrei scrivere tante cose, probabilmente troppe, vorrei fissare i ricordi della serata di ieri che è stata proprio emozionante con tanti amici che giravano con il cuore in mano senza problemi di pudore o timidezza.
Bello.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Cavolo. La mia sbronza anch'io di ieri sera. E allora una torna a casa con il Dylan acustico degli anni novanta, il Dylan di World Gone Wrong, e sente infinite tristezze dovute al fatto che è bello, tutto, per una sera almeno.

Che mi fai venire voglia di scrivere, suz.

quel che sapeva frà ha detto...

E dovresti scrivere per dinci. Se non altro perchè è ingiusto e crudele privarmi del piacere di leggerti e fare sì con la testa ad ogni parola. abbraccio.